Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

I. l . \ - 267 - I blica dei paesi alleati vi partecipa, é specialmente quella ., den · America, clhe ha dato il tracollo alla g.uerr.ae dirà la parr,oladecisiva per la pace: vi partecipa come giudice e come parte: come giudice degli argomenti degli I I uni e degli altri, e come parte interessata a volere che la pace sia pace sul serio e non una organizzazione di prepotenze malvagie. Simbolo e organo di questa opinione .pubblica alleata, è Wilson, cioè un uomo, che ha nelle mani le forze di cento milioni di uomini: un · uomo, alla cui volontà. l' on. Sonnino ha già dovuto piegarsi, riconoscendo che la. questione adriatica_ è << attual111-entesottomessa all'esame della Conferenza >>, cioè· il patto di Londra non è più « fuori discussione )), come ripeteva anche una volta il 25 ottobre 1917. Non si poteva arrecare nessuna maggiore offesa alla nostra dignità nazionale., che quella, di cui <lob- , biamo •essere grati all' on. Sonnino: il quale ci ha condotti 1alla confe·renza della pace nella stessa condizione di , « esaminandi )), in cui dovevano presentarsi i frammenti della vinta Austria-Ungheria. lJn ragazzaccio arrogante e rumoroso si può trattare in due modi diversi : guar~ darlo dall'alto in· basso, concedergli quel che gli tocca di diritto, e negargli il re·sto, sen,za degnarsi di discutere con Z.ui; oppure essere ai·rogante e insolente come lui, disputargli' anche quel che giustamente gli spetta, mor- - dersi e graffiarsi 'e rivoltarsi nel fango insieme a lui. L'on. Sonnino ha preferita la seconda via. E ha dovuto aspettare, dalla n1aggiore grossolanità jugoslava, un'attenuante alla grossolanità propria, mentre una minore ini_ntelligenza della dignità del paese avrebbe dovuto consigliargli di « rinunciare n liberamente e in tempo a, Biblioteca Gir:to Bjanco ' - \

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