Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

- 160 - Per esam·inare fino a che punto ·questo argomento sia valido, non sarà inopportuno èominciare dail n~are con1e qualrnente coloro, 1 che si, dimostran~ così ossequiosi a Lloyd George e a Wilson nel problema dell'Austria, , sieno .invece, quasi tutti, pronti a ribellarsi furiosam~nte nella guestione della Dalmazìa. Essi, dunque, ammettono che l'Italia possa è debba discutere con i suoi alleati il programma coni un~. di O guerra e: di1 pace. Discutano, ~ dunque, anche il problema dell'Austria: lo discutano , amichevolm~nte, senza insolenze, nella ferma convinzione della bontà della nostra tesi, con la sicurezza che i nostri alleati adotteranno il nostro programma, non appena li avremo convinnti che esso è non solo giusto, ma anche necessario a noi e a loro. E badian10 bene ehe non ci baster:ebbe convincere Llbyd G~orge e Wilson per poter cantare vittoria: l'In- · ' ghilterra e l'America sono nazioni, in cui la opinione pubblica ~ vera1nente sovrana:· ·dobbiam.oc·ominciarecol convincere le· grandi ·masse d~mocr.a:tich.es,e vogliamo trascinare i._ governi. E tanto per com.inciare, affrettiamocì a ritirare dalla circolazione tutta quella troup-e di · fanatici, così cari alla Cònsulta e alla « Dante Alighieri », i quali da tre anni e mezzo vanno ripetendo per il mondo che non esiste fra gli slavi del sud nessun sentimento nazionale unitario, che i croati· sono tutti austriacanti e non vogliono saperne di unirsi alla Ser,bia, che la differenza di religione scava fra gli uni e gli altri un fossato non colmahile: e ,çosì diffondono la opinione che c'è in Austria almeno un popolo, il popolo Jugoslavo, il quale,· non vorrebhe a nessun patto ~ssere sottratto al. 'dolce regime austro-ungarico; e dànno a questa opinione la Biblioteca Gino Bfanco

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