-, 153 ·- E anche data la peggiore ipotesi, cioè che la compa- • • • • • • g1ne austro-ungarica sopravviva, intatta o magari ingrandita, alla. presente crisi, noi avremmo sempre con - ta nostra politicà aui:nentate le difficol~à interne dell'Austria nel dopp guerra, in quanto vi avremmo intensifi- , cate le cause di disgregazione nazionale. I popoli non t11uoiono.. I popoli latini e slavi dell'ImpetQ absburghese continueranno a lottare per la loro èmanci:pazione, nella galera f1.UStro-ungarica, anche se durante questa guerra non sarà stato loro possibile romperne le mura. Le simpatie, che ci $aremmo procurate durante la guerra fra essi, ce le troveremmo fruttifere, durante la pace. E sa,- rebbero tanto più prof onde e durevbli, quanto maggiore fiducia riesciremmo a suscitare oggi nella sincerità della nostra amicizia, con un'azione risoluta e con una incondizionata cordialità. La politica da ,noi propugnata, insomma,., ha' il van- } , taggio di contenere in sè tutto un insieme di ,sviluppi " possibili, buoni per tutte le eventualità. O allargare o smettere I.,a nuova politica viene contrastata ·non solamente dai I gruppi giolittiani ·germanofili e clericali austrofili, ma ·anche da alcuni interventisti, che sf figurano di .essert' · << pratici )) sol perchè non vedono un palmo al di là del proprio naso: Non ci conviene - dice l' on. Bonomi - << allar.gare )) ·ii program1na della 11;ostraguerra. Associando a noi tutti i gtuppi latini e .slavi dell'Austria, noi e:tssumeremmo l'impegno di p~opugnare i loro programmi nazionaU Biblioteca Gino Bianco I • • I
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