orn1ai ·altro che fare, per il nostro paese, che aspettare con le mani in mano la rivoluzione in Austria: se dopo un così grande nostro sforzo, l'esercito austriaco non si sfascia in quattro e quattr'otto, e se a Zagabria, a Praga, a Cracovia, a Serajevo, non scoppia senza ritardo una rivoluzione coi fiocchi, l'Italia si lamenterà di avere impiegato invano l'inchiostro del Corriere della Sera e il fiato dell'on. Orlando: si pretenderà magari tradita! Anzi è il dubbio che la dissoluzione dell'Austria non avvenga a tan1buro battente, che rende incerte molte persone <( pratiche )) sulla opportunità della nuova politica : vorrebbero essere garantite per mano di notaio, che non arrischieranno senza l'interesse immediato del miliardo per uno, le loro tenerezze - ahimè, tanto tardive! - per il programma mazziniano. E' dunque necessario - prima che anche questa idea dell'accordo fra l'Italia e le nazionailtà oppresse del.. l'Austria sia sciupata miseramente da una esecuzione inadeguata -- affermare con la massima energia possibile, che la nuova politica, se non vorrà essere un nuovo sproposito, deve realizzarsi in ana nuova azione di Go• verno, larg-am·.enteconcepita, risolutamente attuata, logican1ente coordinata in tutti i suoi elementi, condotta sino alle estreme conseguenze, senza oscillazioni e senza - mezze misure. A questo patto, ma solo a questo patto, ·vale la pena di mettersi per la nuova via, çoute que coùte. Se invece c'immaginiamo di realizzare anche questo nuovo programma di politica estera con spirito gelido, gretto, ostruzionista e pauroso - pauroso più di una • rivoluzione nei paesi nemici, .che di u~a vittoria della Germania nel mondo - allora rinunziamo a giocare Biblioteca Gino Bianco
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