, I . I • Tunisi! Niente di comune, dunque, fra noi e Benedetto ~ Cairo li : , caso mai, ci ·sentiamo discendenti piuttosto da Giovanni Lanza, che - Cassandra inascoltata - rifiutò di approvare le leggerezze e le incoerenze di Cairoti. 1 E quanto alla nostr~ corrività alle rinuncie e alle abdicazioni, noi vorremrµo ricordare al Mussolini, the noi non abbiamo aspettato neanche la battaglia 4ella Marna per chiedere !'intervento dell'Italia nella guerra antigermanicà': l'abbiamo chiesto il 14 agosto del 1914, nei giorni de11adisfatta francese d'i Charleroi. Tanto poco · aobiamo l'abitudine alla remissività! Se vuole trovare i << rinunciatori )) per definizione, i1 ussolini deve cercarli fra quei giolittiani e clericali, che oggi sbraitano per negare la Dalmazia agli Slavi del sud_, n1entre nella prin1avera del I 9 I 5 abbandonavano all'Austr'ia .non solo la Dalmazia, ma anche l'Istria: vili coi grandi, prepotenti ·coi piccoli ! j I La <<rinuncia)) della Dalmazia e della Liburnia - salve le ·garanzie della sicurezza militar~ italiana nelle isple foranee dell'Adriatico, e salva la tutel_a..giuridica delle minoranze italiane lasciate nel territorio slavo - quella « rinuncia )) noi non la facciamo dopo Capo-- retto: la facevamo già nel novembre del 1914, qrtando ' 1 la malattia àalmatica cominciò a imperversare, e ere- , devano tutti che l'intervento dell'Italia nella guerra avrebbe deciso in breve la grande crisi. E la facciamo tuttora, come la facevamo allora, non agli Slavi del sud, e neanche a11eopportunità d'ella lotta a fondo contro l'Austria, ma alla nostra. coscienza di democratici coerenti e tenaci ne!la nostra fede, per i quali qt11esta guerra si' ridurrebbe a un in1menso esecrabile assassinio, r l Biblioteca Gino Bianco
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