Ernesto Mezzabotta - Il 1848

32 BIBLIOTECA PATRIOTTIOA ------- ----- - ---------·----- sordine ; gettati i semi, doversi aspettare le frutta. Ma il popolo rispondeva, narrando i fat.ti di Siena, di Lucca e di .Parma> le immanità sul Petronici, sul Paladino e sul Godi ; rispondeva nascondersi nella stessa Roma una congrega nefanda, operatrice di più nefande azioni, che stende nPll'ombra inesplicabili reti, e coglie le vittime designate nei palag;, nei santuari, nelle capanne, in ogni parte delle p ~nisola; congrega che ha la testa a Vtenna, in Italia le braccia ed il cuore. Questo ed altro, non vero appieno, nè intieramente bugiardo, si rjspondeva dal popolo ; ogni più strana credenza giustHìcavano la tenacità del partito gesuiteggiante, gl'inconsiderati propositi e gli obliqui andari di parecchi impiegati. creature del governo defunto, sdegnose d'asse condare il nuovo pontefice, e le intenzioni di quanti souo i malvagi, che accecati da bieco orgoglio maledicono ogni popolare letizia, s'adirano ad ogni plauso, sentono ad ogni riforma, quasi t r·afittura di coltello nell'anima, e capitani di poche ma disperate schiere, dimandano alla calunnia, all'assassinio, alla guerra civile ed al ba3tone tedesco la sfuggita vittoria. Il pontefice volea disarmarli con la longanimità del vangelo e con la dolcezza ; e costoro insegnavano all' umanissimo principe come dovesse procedere, Jo costringevano a correre arditamente il proprio cammino. Chi godea ieri l'altro uon disonesta fama, era la dimane sospettato ven4ibile, oggi lo senti venduto; cacciato di casa il discoperto nemico, sottentra7a un altro non dissimile, e il cangiamento produceva lo stessO' effetto. lnfrattanto, a sì miaerando spettacolo, mentre ogni fiera cervice, ogni più superba sperarrza umile stava con Pio, e i popoli minac ciati aspetta,vano, e il gran sacerdote meditava un con... .l

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