Ernesto Mezzabotta - Il 1848

IL 1848 27 Il viaggio del cardinale si compì senza incifientj, sebbene con una lentezza disperante. Uomini e bestie, tutto pareva collegarsi per ritardare l'arrivo dell' eminentiS·· simo a Roma. A Monterotondo seppe che si credeva l' elezione del nuovo papa sicura per quel giorno. Quando gli dicevano questo, erano le dieci di mattina. - E chi è il più probabile? - domandò, sforzandosi di mostrare 1ndifferenza, a un prete che passava. - Non è probabile, è sicuro - rispose sorridendo l'abate, coll'accento di chi è convjntissimo di dire una cosa ' . gr-adevole. - E il cardinale Mastai. - Più presto, postiglione, più pr esto! .- gridò il cardinale sporgendosi fuori della carrozza e animando col gesto .e colla voce i cavalli. Questi non correvano più, volavano. La strada da Monterotondo a Rou1a fu di vorata in pochi minuti; era ancora prestissimo quando il veicol > infernale si presentò . a Porta del Popolo. I doganieri vollero fare qualche ostacolo. - Cardinale Monico! - gridò il plenipotenziario dell' imperatore d' Austria. ' Le guardie si ritras-Jero inchinandosi. La caf'rozr.a, avut~ l'ordine di inoltrarsi verso il Quir:nale, rotolò a quella volta con fulminea rapidità. A misura che si avvicinavano al palazzo apostolico, ove aveva sede il conclave, le vie si facevano più gremite di popolo. La carrozza, nella sua corsa precipitosa, atterrava qu~lcuno; ma la livrea del cocchiere e del servitore, che indicavano il cardinale' ptenipotenziario dell' imperatore d'Austria impoveva silenzio ai più arditi

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