Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

l ·' r .. ' . - ( 7~ ) - - m'interrogarono del n1oto da farsi a Venezia: sconsigliai prevedendo la fine: <<. Voi mettete, dissi, a repentaglio In sorti di milioni d' uo- . mini )>. Fu risposto: <( Non mi spaventate - C'è pericolo; soggiunsi, e ci sto >>. Il giorno dopo fu gri~ato repubblica: Venezia e il Vel 11eto assentirono al grido , ehe n~n .fu n1io. Nia , assentito , disqirlo di lì a cento giorni parve a me o troppo presto o troppo tardi; inùecoroso ed inutile. I~asciai, senza opporre nè insidie nè scherni, che facesse altrimenti tal uno di que'positi~vi, che poc' anzi consiglia- .. vano divisione del Veneto non pur dal PieInonte ma dal Lombardo, e ehe fonderebbero repubblica alle Gamba rare o a Moncal~eri se . l ne sperassero coll' i~punit~ una ·eroce e tre kreutzer. l\. vveratisi i 1niei presagi , non ne esultai. Sopraggiunsero altre sciagure: fu decretato a Venezia rl3sister·e ad ogni costo. Io che non proposi il decreto perchè non irn- , · pongo sacrifizi a nessuno , ma non li ricuso per me, lo presi sul serio, e quand'altri (non . ; il pover~ popol'o che pativa .e i cittadini che valentemente morivano) cominciava a tenten-

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