Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

J l - ( 36 ) - .. da noi immaginato? Son eglino così semplici . e incauti . gli odii de' gabin~etti? ' . Ma insomn1a se tutta l'Europa, o la parte più liberale ola più illiberale di quella, ha a prendere la tutela della confederazione ita1iana; che cosa diventiamo noi, e che diventa l'autorità della Franc.ia? La nuova indipendenza della nuova nazione, non ci fa ella dipend.enti da tutti, senza , ·che abbiamo della dipendenza i ·vantaggi? Non . rimanghiamo noi deboli per lo meno eome pri- , ' ' ma', e più sospetti d1 prhna? Non adombreranno gli altri del nuovo nostro nome vano , intanto che noi tremeremmo dell'ombra nostra, e delle altrui gelosie e degli atnori? Se la confederazione non è ancella ai potentati, i potentati non debbono forse temere di dover farsi 1ninistri ) ' di lei; dico ministri ne' trattati di commercio l e di alleanza, e fin nelle interne sue istituzioni? Potrà ella a maggioranza di voti mu- , tarl è, o dovrà rimanere in eterno quale la pace di Villafranca e il seguente congresso la fa'? O cotesta pace e cotesto congresso non tur- . ' bano il presente equilibrio europeo; e allora la . confederazione non ha peso, non è che una . (

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==