T I " - ? - . . Società Operaie Italiane Affratellate Serie L" - Pubblicazioni di Propaganda - N. 1. Monarchia, Repubblica E Questione Sociale PI Francesco Mormina - Penna Cent. I O ROMA A CURA D E L L A COMMISSIONE D I R E T T I VA
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Società' Operaie Italiane Affratellate-Roma Serie l . a - Pubblicazioni di Propaganda - H . L Monarchia, Repubblica Questione Sociale DI Francesco Jlormina - Penna ROMA A CUBA D E L L A COMMISSIONE D I RE T T I VA
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MONARCHIA, R E P U B B L I CA E Q U E S T I O N E S O C I A L E i . I l t ì tolo sta al lo scr ì t to , come le cento porte alla vecchia Tebe egiziana. Inf a t t i ci vorrebbero parecchi volumi per t rat tar con ampiezza e nei suoi vani aspetti i l tema complesso e vasto, che noi costringiamo nei modesti l i m i t i d i un opuscolo. 11 pensiero umano ha astrattamente conquistato, attraverso una lenta secolare evoluzione, certe ver i tà, certi d i r i t t i , che non possono essere negati in buona fede dai più accaniti ed ostinati par t igiani del passato. U n altro passo, un al tro sforzo ancora e queste conquiste ideal i , queste ve r i t à , questi d i r i t t i passeranno dalla teoria al la pratica, da l l ' idea l i t à del pensiero nella r ea l t à della storia. L ' Um a n i t à si sviluppa attraverso dolori inenarrabili e i l carro del Progresso è così fatto che i volenti conduce, i nolent i trascina, i resistenti st r i tola, I nolenti e i resistenti non sono poi numerosi come sembrano a pr ima vista. Eppoi se anche fossero innumerevoli come le schiere di Serse, non potrebbero certo resistere a l l ' ur to delle nuove idee, u è potrebbero ritardare di un minuto quoti est in fìttis, perchè i l Fato, come cantavano Ì poeti greci , è superiore agl i stessi De i . L a Repubblica, per esempio, se non fosse la Provvi - denza del secolo, ne sarebbe certo la fatal i tà, ed 02<?i si può altamente affermare che i l concetto i l i un buon governo repubblicano si è fatto strada nella mente degli uomini onesti e nel core delle mo l t i t ud i n i .
I n f a t t i agli occhi del filosofo, del pensatore, che contempla l ' idea pura, la Repubblica apparisce come lo stato, la forma più perfettamente ideale a cui possa sollevarsi un popolo conscio dei propr i d i r i t t i e dei propri doveri , capace d i governarsi da se stesso, degno di uscire dalla regia tutela. Ne l cuore del l ' uomo onesto la Repubblica assume un carattere superiore ancora ; essa si presenta come una forma di governo più dolce e più materna, che stabilisce nel l 'umana famiglia 1' uguaglianza, la fratellanza, l 'amore, la giustizia. A g l i ocelli del naturalista la Repubblica costituisce i l fondo stesso di questa gran madre che chiamiamo Na tura , per la quale t u t t i g l i esseri sono fratel l i , per la quale non v i sono ne re, nè suddi t i , u è padroni, nè servi , nè oppressori nè oppressi. Per lo storico, quantunque la Repubblica, apparisca sotto diversi e mol tepl ici aspetti, secondo i t empi , i luoghi , i costumi e le fasi della civi l tà , pure non tralascia di essere i i periodo più splendido e più glorioso della v i t a dei popol i . Pei diseredati, pei proletar i , infine, la Repubbl ica mette capo alla così detta exploilation de V homme par V homme, u l t ima forma di antrojofagìa sociale, garentendo a ciascuno i l frutto del proprio lavoro, mediante la l iber tà e 1'associazioue. Per t u t t i coloro insomma che hanno cuore aperto al l 'entusiasmo, alla sol idar ietà , a l l ' a l t ru i smo , a l l ' amore dei l ' uma n i t à , la Repubblica si presenta come la _ vera religione dello spiri to, i l cul to de l l ' Idea pura sostituito al la degradante idolatria monarchica, la grande fratellanza degli esseri umani , la parentela del mondo la vera un i t à d'esistenza. Chi ha perduto completameute i l senso morale, chi ha corrotto l ' an imo , incret ini to i l cervello da una falsa educazione pol i t ica può negare questa santa ver i t à chiamata da una legge fatsìe di progressione storica a t r ionfare della finzione monarchica-costituzionale, che può mantenersi in piedi ancora per poco, perchè puntellata da baionette e da cannoni, e basata sul l ' ignoranza delle plebi La Repubblica quindi ha le sue basi granitiche e
rotonde nella natura, nel pensiero e nella storia, e ovrà, presto o tardi non monta, trionfare specialmente i n I t a l i a , dove questa, come scriveva Mazzini , » non Ita tradizione patria, nè aiuto di tendenze sociali, nè corteggio di dottrina ed affetti.» Repubblicane sono Je nostre tradizioni storiche, repubblicane le nostre passate graudezze, repubblicani i nostri pensatoli, i nostri apostoli, i nostri ma r t i r i , Ì nost r i eroi, — repubblicane le nostre tendenze, le tendenze delle mo l t i t ud i n i , agitate da una nuova corrente di vi ta che alimenta nel loro cuore la fede inconcussa i n un migliore avvenire, e le spinge verso la loro redenzione sociale. I soli conservatori de l l ' attuale disordine d i cose, (moderati t ipo Mi nghe t t i , democratici progressisti t ipo Crispi) i soddisfatti, i così det t i prat ici , che sono miopi i quali non veggono oltre la punta del proprio naso, i corrut tor i della vergine coscienza nazionale, tentano accanitamente imporre l imi t i a! progresso ascendente del popolo, restando ostinatamente attaccati alle vecchie forme politiche d i un passato per sempre irrevocabile. A t u t t i costoro sentiamo i l dovere d i ripetere i l gi ido d ' allarme d e l i a sentinella. Quando la tempesta popolare scoppierà terribi le sulla vostra testa, non sa r à più tempo d i ritornare in voi stessi, perchè allora non sarà solamente troppo t ardi per inchinarvi a fare omaggio al trionfo completo della Repubblica, ma sarà troppo t ardi per salvarvi dal naufragio del vecchio mondo. Al l or a esclameremo semplicemente: Vixeìttnt ! I L Abbiamo esaminate le ragioni della Repubblica, ci l imi teremo ora ad analizzare brevemente la natura sociale della Monarchia, per dimostrare, i n seguito, quale delle due ist i tuzioni sia più adatta a risohiere la Questione Sociale, che può dirsi la questione liassinia del secolo, quella che più fa pensosi g l i uomini di stato e preoccupa i peusatori e g l i s'nt ist i . Ogni istituzione pol i t ica ha i suoi propri caratteri ehe ne determinano la'missione, e la differenziano dalle altre. A
L ' e r e d i t à e la i r revocabi l i t à sono i caratteri fondamental i d i qualunque monarchia, caratteri che la rendono essenzialmente incompat ibi le col d i r i t t o del popolo e colla sua sovr an i t à . La monarchia seguendo la legge d i trasformazione, che governa i fenomeni sociali co me i fenomeni natural i , si è a poco a poco evoluta da p r i n - cipato assoluto i n monarchia costituzionale, o rappresentativa ; ponendo i l popolo alla base e i l re al vertice della piramide sociale, sforzandosi d i conciliare i l d i r i t t o divino col d i r i t t o popolare, l ' acqua col fuoco. I n t a l modo la monarchia si fonda sempre sulla forza •non sulla ragione, e non solo sotto l 'aspet to legale ma anche sotto 1* aspetto puramente umano r ipugna al la ragione, perchè la nazione sovrana non può spogliarsi della sua sovrani t à a favore d i un uomo, d ' una famigl ia, pèrche questa sovr an i t à essendo per sua natura inalienabile, imprescr i t t ibi le, indivisibi le, divisa fra re e popolo, genera un' irrazionale e pericolosa divisione nell 'organismo pol i t ico e quindi un funesto dualismo fra principe e popolo, dualismo che non vale neppure a cancellare quella valvola d i sicurezza che chiamasi Parlamento. Da questo stato inorganico, disarmonico, risul ta una lot ta ostinata e permanente, fra elementi d i diversa natura , qual i sono g l i elementi dinastici e i d i r i t t i del popolo a governarsi da sè ; ed essendo impossibile, come osservava Macchiavelli conciliare Principato e L i b e r t à , dissociabile* res, la lotta dovr à , presto o t ardi non monta, manifestarsi in aperta rivoluzione e quindi la necess i t à da parte del Sistema di appoggiarsi ad un potente esercito. Inol t re una forma di governo traendo la ragione della propr ia esistenza da u n ' i mmo r a l i t à fondamentale, non è affatto suscettibile a mora l i zzarz i , e chiunque lo tentasse farebbe opera vana, come chi si fosse proposto d i trovare la quadratura del circolo o la pietra filosofila degli ant ichi a l chimi s t i . Durerebbe la inut i le fatica d i Sisifo: qui semper viclits trùtìsquè recedit. Qualunque riforma efficace e durevole voglia tentarsi , s' infrange contro 1' ostacolo invincibi le del l ' organismo pol i t ico, della forma di governo e i l più abile e fortunato nocchiero uou potrebbe approdare a nessun porto, t imoneggiando i n questa lur ida palude d i menzogne, d i ipocrisie e d i t u r p i t ud i n i .
Donde la necess i tà di navigare sotto più spirabile aere e d i organizzare i l potere pol i t ico in senso più favorevole al progresso inorale, intel let tuale ed economico del popolo, e trasformare questo potere politico in modo tale che renda impossibile qualunque antagonismo d' interessi e d i pr ivi legi all'emancipazione completa del proletar iato. I n una parola sostituire la Repubblica al governo del dispotismo e del l ' ipocr isia. Se oggi le società più c i v i l i sono affette da totale malat t ia di languore, ' da un vizio interno, da un veleno segreto, si è perchè sono abbandonate alla me r cè d i governi egoistici, che generano nelle nazioni la politica d i dissociazione, di divisione, di ana r ch ì a , introducendo la guerra nello Stato, nel Comune, nella famiglia e i n t u t t i g l i elaterì i del corpo sociale. T u t t i i mali che affliggono i l popolo promanano direttamente dai falsi sistemi po l i t i c i , che non potendo mai più appoggiarsi a l l ' aristocrazia dei sangue, spazzata per sempre del soffio potente della Rivoluzione Francese, cercano appoggiarsi per la loro conservazione da un lato alla borghesia grassa, alla nuova aristocrazia bancaria, favorendone gl ' interessi e le disoneste speculazioni a datino della massa dei lavorator i ; da l l ' a l t r o agl i eserciti permanenti, vera cancrena delle nazioni trasformate i n vasti accampamenti di soldati. L ' od i e r na organizzazione capitalistica è fatale, una conseguenza dell'organizzazione pol i t ica, nè si può modificar quella senza pr ima modificar questa ab imis fundamcnlis, perchè i l privi legio economico s' imperna nel privilegio politico ed i l complesso del l 'organismo sociale basato sui pr ivi legi di casta si frappone come barriera insuperabile al progressivo miglioramento morale e materiale ilei proletariato moderno. I n f a t t i lo stato essendo l'atmosfera sociale deg l ' i nd i - vidui non può educare i l popolo a l iber t à quando insegna e tappreseuta l ' a r b i t r i o . Non può educare i l popolo alla eguaglianza, alla fratellanza, alla giustizia, alla mor a l i t à , quando si basa sui viet i pr ivi l egi d i casta, sulla ineguaglianza, sul l ' ingius t izia, s u l l ' immo r a l i t à . D'onde la necess i tà d i mutare lo stato e nella forma e nella sostanza; l ' impos s i b i l i t à assoluta dello stato attuale d i
— 8 — risolvere equamente e radicalmente la Questione Sociale, la necess i tà impellente dì conquistare la sovrani t à popolare consacrata nella Repubblica Sociale che è i l solo mezzo al la rapida e sicura trasformazione delle.-condizioni economiche dei lavorator i ; 1'ambiente indispensabile per l 'attuazione della riforma sociale. Qualunque sistema di governo che tiene in piedi un esercito stanziale, che crea pr ivi legi , che favorisce i ricchi escludendo i poveri dalle cariche, che infeuda i l paese ai banchieri, agl i speculatori, che ammanet ta, processa e condanna quant i reclamano a voce alta un posto al banchetto della vi ta ; che lascia abbrut ire nell ' ignoranza e nella più squallida miseria i diseredati d'ogni fortuna; che non è capace d i nessun migl ioramento delle classi povere, non è addatto a risolvere la questione sociale, ma è sempre un nemico accampato i n mezzo al la nazione. I I I . E un errore grossolano e volgare i l voler considerare l imi t a to un problema vasto ed indefinito. L a questione sociale che si chiamava n e l l ' An t i c h i t à emancipazione degli schiavi, nel Med i o -Evo emancipazione dei servi, si chiama oggidì emancipazione degli assalariati, dei proletar i ! . Pe rò se la moderna questione sociale racchiude g l i interessi del proletariato, essa viene posta avant i dal così detto Quarto Stato, massa informe e uebuìosa , che ha g l i i s t i n t i incoscienti della sua emancipazione, ma non sempre può averne n è la coscienza n è i l pensiero, pe r chè non ha ancora superato i l bisogno del la fame, e noi sappiamo sin d'Ar i s totele, che pensiero e coscienza spuntano per io più quando vien superato i l bisogno. L a questione sociale non è neppure soffio di mal fat tor i , come vaneggia la borghesia censitaria, la nuova feuda l i t à capitalistica, che paventa l ' avvenimento del Quarto Stato ed è decisa a contrastarglielo unguihus et rostris ; n è si può porre come astratto problema della fame, senza al tro ideale pol i t ico e sociale, come pensano i socialisti, perchè la fame, che ò i l bisogno della materia, senza i l pensiero, che è i l bisogno dello spiri to, nul la fonda d i durevole, ma è del irio e rumore di un giorno.
La fame produce la r ivol ta che è la convulsione dello infermo, che non vuol morire, i l grido doloroso delle disperazioni e delle angoscia patite. I l pensiero crea la rivoluzione, che è la voce polente di un ' Idea, che vuo l trionfare, è i l grido della speranza in un avvenire ^ mi - gl iore, è l ' aurora d i un ' e r a novella per l ' Uma n i t à , è l 'eterna giovinezza del mondo. La Questione sociale vieti posta avanti dalla borghesia magra od inferiore, che sta fra la borghesia grassa e i l proletariato, che pensa, legge, studia ed ha conoscenza dei nuovi bisogni e dei nuovi tempi . E vieii posta avant i non in nome della pura faine, dei meri interessi mater i a l i , ma in nome d i una nuova e vasta Idea Sociale, che comprende armonicamente nuovi d i r i t t i , e nuovi dover i , nuovi Insogni materiali ed ecouomici e nuovi bisogni moral i e pol i t i c i . La Questione sociale dunque, agitata dalla borghesia magra, è una questione generale e complessa, perchè abbraccia tut to l ' insieme (lei fenomeni religiosi, moral i , pol i t i c i ed economici della vi ta dei popoli . N è si può risolvere trascurando un solo di questi element i , che sono connesse Ira di loro, come g i i anelli d i una stessa catena. Pe r ò g i i anarchici, g l i nomini del così detto Par t i lo Operaio, con un'acrobatica intellettuale e con un accecamento ostinato ed inesplicabile, saltano a pie pari inde le altre questioni, per trincerarsi nel sole campo economico, insegnando alle turbe d i lasciar la pol i t ica ai part i t i borghesi e pensare solo alia risoluzione della questione economica ed operaia, che secondo loro è una questione d i puro benessere materiale, di stomaco ; ri ducendo in. tal modo la questione più complessa e più vasta che preoccupa l ' Uma n i t à alle proporzioni di una questione d i cucina. Gl i anarchici affermando che la questione pol i t ica sia una vana astrazione e che delibasi pensare piuttosto a soddisitefe i bisogni materiali e fise ! dei proletatari i , mostrano di conoscere l ' uomo solo nella sua strut tura anatomica rendendolo un composto materiale, che pone i n pr ima linea i suoi appetiti gastrici. Ma 1' uomo non vive d i solo pane. Eg l i vive anche d i spirito e come essere morale sente la coscienza dei propr i i
d i r i t t i e dei propr i i doveri sociali, e certo i l gr i l lo della coscienza è potente quanto i l grido dello stomaco Secondo noi , e lo ripet iamo a costo d i sembrare monotomi , ogni riforma sociale non può avere la sua più. completa attuazione senza esser preceduta da una radicale trasformazione negli ordinamenti pol i t i c i , nell 'organizzazione del potere reso tale che possa avere la volontà e la potenza di compiere qualunque riforma sociale reclamata dai tempi e dai bisogni,, perchè questo essendo lo scopo, quella ne è i l mezzo. E una filiazione obbligata. Per parlare con un esempio pratico è impossibile fabbricare una casa senza pr ima acquistare i l terreno sul quale erigerla. Facendo al t r iment i può benissimo succedere, che i n - tervenga i l padrone del terreno per appropriarsi la casa o demol irla. Cosi la politica è i l terreno, la casa è la riforma economica invocata dai lavoratori . I l terreno su cui erigere i l nuovo edifizio sociale trovasi i n mano della classe governante ed è necessario quindi cominciare dall'impossessarsi del potere pol i t ico per poter riformare l ' i n i quo sistema clic ne è la consegnenza. Si provino per esempio g l i anarchici di tentare la riorganizzazione del l ' I r landa , senza rovesciare i l governo stabi l i to. La Ri fórma sociale senza la riforma pol i t ica sarebbe come la mot a d'Issione condannata a girare eternamente nel vuoto. Scinder 1* una da l l ' a l t ra è voler r impicciol i re l ' uomo nei suoi soli bisogni fisici e mater ial i , è un seminare 1* errnre per raccogliere l 'equivoco. E questo errore così fuuesto rese possibili in Francia, dove fu per la pr ima volta ventilato, le infamie e le vergogne del secondo impero. L ' e r ror e risale a Saint Simon i l quale nel 1816 affermò che la pol ì t ica non essendo altro che la scienza della produzione, doveva necessariamente assorbirsi e scomparire nel l 'Economia. Questa affermazione dommatica conteneva i n germe una sequela di errori , che vennero sviluppati ed adottati come tante ver i t à iudi scut ibi l i da t u t t i g l i scrittori socialistici, i quali ripeterono e ripetono ancora che le condizioni economiche sono indipendent i dalle forme politiche, — che i l governo della società deve trasformarsi i n una semplice amministrazione d i
— l i - cose e i n una semplice direzione del processo di produz i óne ; — che ló Stato infine essendo una macchina essenzialmente capitalistica, il capitalista collettivo ideale, qualunque t'orma debba abolirsi e che VAnarchia, VAmorfismo debbano rimpiazzare lo Stato e penetrare nella, produzione, nel lavoro, ne! consumo, nel l ' educazione e nelle relazioni sociali. Gl i anarchici ul t ra individual ist i , la frazione più estrema più rumorosa e meno scientifica del moderno Socialismo, guardano lo Stato attraverso i l prisma della loro Utopia assoluta e trovandolo organizzato capitalisticamente e falsate dagli interessi castali e pr ivi legiat i , non che da' l 'egoismo dinastico, g l i dichiarano la guerra e ne vogliono le completa abolizione, i l che varrebbe Degare i l sole perchè coverto d i nubi . Combattendo lo Stato g l i anarchici si trovano d'accordo cogli economisti più ortodossi, dei quali prendono persino i n prestito i l linguaggio e gl i argoment i . Affermano che lo Stato è mut i le, dannoso, despotico, incompatibile colla L i be r t à , la quale può solo trovare la sua più completa consacrazione ed affermazione nell'Anarchia, cioè nella assenza di ogni governo, d i ogni au t o r i t à . E per far trionfare l ' ana r ch ì a , i suoi fautori vogliono pr ima la distruzione della società, senza voler comprendere che i l caos è i l più sfavorevole punto d i partenza per la costruzione di un nuovo mondo. Esso darebbe secoli di lot ta, d i violenza, di oppressione t irannica del forte sul debole. Essi non si accorgono che ritofferebbero i l genere umano nello stato di natura descritto da Hobbe i n maniera sì eloquente, e nel quale ogni uomo è i l nemico di t u t t i g l i a l t r i : homini lupus homo, I V . Riguardo alle forme dello Stato i pa r t i t i possono così dividersi . I l part i to monarchico che vuole l ' immob i l i t à della forma, i l repubblicano la successione delle forme, l 'anarchico l 'abol izione delle forme. lJe r ò nessuna forza non potendo cancellare la forma dalla Storia e non vi essendo nul la di più astratto di una sostanza informe, l 'anarchico smette la parola anarchia e parla di Repub-
— 12 — blica sociale ed universale. D' a l t ronde fra l 'anarchia nel senso scientifici) della parola e la Repubblica non havvi pai tut ta quella differenza che i Socialisti pretendono. Se per anarchia s' intende un' organizzazione volontaria /ondata sul lìbero contratto spontaneamente formato e •perpetuamente dissolubile, che legherebbe gli uomini per messo della comunità d' interessi, della reciprocità delieconvenienze, delle affinità delle simpatie - per Repubblicanoi intendiamo anche uri organizzazione di fratelli liberi ed eguali, associati volontariamente per II conseguimento d'un (ine comune, il proprio miglioramento progressivo morale e materiale. Paragonate le due definizioni e poi di t emi quale differenza passa fra Repubblica ed Anarchia. Evidentemente nessuna, rì i lucendosi i l tut to ad una semplice questione di paiole. Che se Repubblica non valesse Anarchia pure sarebbe un avviamento verso una così lontana fase dell 'evoluzione umana. Ma la Repubblica, obbiettano g l i anarchici pur i , è sempre una forma governamentale, una delle tante forme che assume lo Stato attraverso la sua trasformazione e noi non vogliamo distruggere tale o t a l ' a l t r a forma; ma lo Stato i n sè, questo mostro onnivoro che ci pesa sul petto e ne comprime i ba t t i t i . Rispondiamo categoricamente che è impossibile abolire lo Stato nella Storia, come è impossibile abolire la morte nella natura, che lo Stato è un male necessario, che lo Siato repubblicano non è lo Stato per grazia d i Di o , lo Stato eoli ' irresponsabi l i tà del capo, ereditario in questa o quella famiglia ecc. ecc.; ma è lo Stato con t u t t i i poteri elet t ivi , con la responsabi l i tà e la revocabi l i tà dei funzionar», lo Stato eminentemente progressivo; ne è infine una continua attenuazione. Se l ' Uma n i t à sotto l 'azione delle leggi del Progresso s'avanza verso un avvenire i n cui io Stato sa r à ridot to a l minimum e la l iber tà al maximum, puro .questa forma ideale della Società costituisce un futuro lontano anzi remotissimo, che reclama uno straordinario perfezionamento nuli*individuo, i l quale dovrebbe trasformarsi i t i un essere così perfetto, così morale, così socialmente al - truista da rendere inut i le i codici e le leggi . U n tale avvenire " sulle ginocchia degli Dei s'asside » come
— 13 — cantava i l vecchio Omero e noi che abbiamo aspirazioni più modeste, più immediate, possiamo rivolgere agl i avveniristi del l 'Anarchia, le parole che Alessandro Hereen, autore non sospetto ai Socialisti , rivolgeva al suo connazionale Michele Bakunine, i l quale nella sua esaltazione misticamente rivoluzionaria, voleva in un fiat arrivare a l l ' amorfismo, per mezzo della pan distruzione della Soc i e t à . , « T u t i slanci innanzi , come per lo passato con la « passione della distruzione, che t u credi sia passione » evatrice, infrangi g l i ostacoli e non rispet t i la stona « che nel l ' avveni re. I o non ho più fede negli ant ichi " mezzi rivoluzionarti, cerco di comprendere i l cammino « del l ' uomo nel passato e nel presente per sapere cam¬ »> mi l iare con esso, senza restare indietro e senza stanti ctormt cosi lontano che gli uomini non potrebbero « seguirmi. » 1 , J . Fortunatamente pero queste insane e dannose teorie non hanno nessuna probabi l i t à d i propagarsi fra i l nostro popolo, che può dirsi i l popolo più pol i t ico della Storia, i l popolo che seppe per mezzo della pol i t ica diffondere per due volte la civi l tà nel mondo, e e h ' è destinato a farsi iniziatore d i una terza civi l tà umana, non appena s ap r à conquistare la sua sovr an i t à e la sua vera libertà. E i l trionfo della vera libertà c i l decreto d i morte per l 'Anarchismo, _ ( Ciò comprendeva benissimo Paolo Brousse, uno dei più intel l igent i socialisti francesi scrivendo nell'Avanguardia di Ginevra: I l nostro scopo essendo la distruzione dello Stato, non dobbiamo desiderare la Repubblica, che darebbe allo Stato quella base solida che ha in Svizzera e neffli Stat i U n i t i . La forma d i governo più vantaggiosa per noi è quella che possiamo più facilmente distruggere; cioè la resAurazione della monarchia. V . I l vasto e nuovo pensiero sociale che ferve oggi i n Europa non consiste ned' abolizione della Patria, della P r op r i e t à individuale, dello Stato, come pensano i social i s t i , sieno cr munist i autor i tar i ! della vecchia ecuoia, o col let t ivist i od anarchici. Costoro dimenticano che noi
— 14 — siamo quaggiù, noti per creare <li sana pianta un nuovo mol l i lo, ma per correggere e trasformare l ' Uma n i t à , che sa r à sempre ribelle a qualunque disegno di sopprimere un solo degli elementi, che ne costituiscono la vi t a . I l nuovo pensiero sociale, che'agi ta le mo l t i t ud i n i , vogliose d i fare i l loro ingresso trionfale nella vi ta politica e sociale, sottraendola ad una minoranza t irannica e sfruttatrice, può cosi definirsi secondo G. Mazzini . « Abol izione del proletariato, emancipazione dei lavo¬ » rotori dalla tirannide del capitale concentrato i n un » piccolo numero d ' i n d i v i d u i , riparto dei prodot t i e del » valore che n'esce a seconda del lavoro compiuto, edu- « dazione morale e intel let tuale degli operai, associazione » volontaria fra g l i operai sostituita pacificamente, pro- « gressivaineute e quanto è possibile, al lavoro individuale « salariato ad arbi trio del capitalista. » N è questa grande Idea Sociale, che t r as forme r à l ' U - man i t à in una vasta associazione d i fratel l i l iber i ed eguali, po t r à trionfare colia violenza e colla dinami te, che nul la edificano d i durevole e di saldo, delle moderne i n - giustizie economiche e sociali, ma sarà 1'opera del tempo e della benefica influenza delle Is t i tuzioni Repubblicane. Lassalle e Marx, i due celebri Messia del Socialismo contemporaneo, comprendevano benissimo, che la t rasformazione della società sarà l 'opera dei secol i ; ma oggi niol t i fra i socialisti, specialmente gl i anarchici seguaci d i Bakaniue, credono di poter trasformare la società con la violenza, in un fiat, senza pensare che non si può cambiare in un giorno e colia forza la situazione economica della società . L a Questione sociale è una questione d i L i b e r t à , ed ogni soluzione violenta è irrevocabilmente condannata a fallire. L a Rivoluzione non è come la spada d i Alessandro, che tagliava di netto i l nodo gordiano. Essa è solo i l mezzo più sicuro per creare lo stato delle cose, 1* ambiente, clie r ende r à possibile la soluzione del persistente problema sociale; ma non può risolverlo i n modo immediato. Le condizioni necessarie per un' equa e radicale soluzione della Questione sociale sono racchiuse nella parola: L i be r t à . E necessario che i differenti gruppi e pa r t i t i
— 15 — possano discutere in modo ampio e libero i loro interessi e i loro pr i uc i p i i , che le Associazioni sieno diffuse e rese accessibili a t u t t i , e che i l prodotto del l ' impos ta non sia sperperato i n disastrosi armament i , in appannaggi regali , ecc.... m i divenga creatore d ' u t i l i t à ; che l ' ist ruzione e l'educazione veramente nazionali sieuo diffuse e rese accessibili a t u t t i , e che qualunque pr ivi legio, qualunque monopolio scomparisca dalla società . I n tal modo la soluzione della Questione sociale è affatto inseparabile dalla Repubblica, che è la sola forma di governo capace di garantire la più assoluta l iber t à e la vera economia. Secondo Mazzini « i l concetto della Repubblica tende « a combattere e scemare progressivamente i privilegi « pol i t ici o c i v i l i dat i a una classe, — i l monopolio, — ì ' im- « mobilizzazione dei capi tal i ,— h concentramelito soverchio « della propr i e t à ,— l ' ingiusto (e fatale al ia produzione) ac- « cumularsi di tassesulleelassi dedite al l ' indus t r ia,— Vinili moralità di speculazione, piaga crescente e alimentata « da una trista, corrotta pol i t ica governativa,— V egoismo « inevitabile d ' una legislazione affidata alla nascita o al « censo e sottratta a l l ' int ervento delle classi che ad essa " soggiaci uno : — tende a far s ì che tut te le classi si » affratellino in eguaglianza dì doveri e d i r i t t i , d i pro¬ " lezione, di progresso, d' insegnamento: — che, per « mezzo del l ' Associazione e d ' a i u t i dati dalle i s t i tuzioni , « i capi tal i , che fanno possibile i l lavoro, si trovino nelle « mani di ehi deve compi r lo: — che i l lavoro generi la " P r op r i e t à e la diffonda quindi al maggior numero pos- « sibilìi di c i t t ad i n i : — che l'economia e l'aumento " della produzione, presiedano d' ora i n poi al maneggio " delle finanze: — tende a sopp r ìme r e l ' immob i l i t à i n » ogni Potere, — a distribuire g l i uffici a seconda della « capac i t à e della vi r tù, — a dare col i ' elezione coscienza a « ogni ci t tadino delia missione, che egli è chiamato a » compire sulla terra ov' è nato,—• a far mallevadori t u t t i » delle opere loro — a conquistare, co l i ' one s t à delle con¬ " venzìoni sulle terre, coli'interesse creato ai col t ivator i " nel suolo che fecondano, colla moderazione delle tasse, " con un sistema d ' esazione sottratto agl i a rb i t r i , colla " educazione data a tut te le classi, colla mo r a l i t à della " aro miuis t i azione, col compimeuto della Rivoluzione " Nazionale — quel senso d i secur t à pubblica, senza i l
— 16 — » quale ogni progresso è inceppato o precario. » (Scritti voi. XV. pag. 125-203, L'Iniziatica). Ecco abbozzata a grandi t r a t t i la missione della Repubblica per la soluzione della Questione sociale, come )a concepiva i l nostro Maestro e come la concepiamo noi suoi discepoli, che vogliamo mantenere integro i n tut t a la sua estensione, i l gronde programma politico e sociale, che da lui s ' int i tola, poco curandoci delle accuse degli avversarli e delle persecuzioni del governo. Ma havvi ancora di più. Contrariamente ai sistemi erronei ed esclusivi del pino individual ismo, che vuole estendere la propr i e t à privata sino all 'assorbimento della propr i e t à colletiva, e del puro socialismo i l 1 oltralpe che vuole liquefare la p r op r i e t à privata nella propr i e t à sociale e col let t iva, noi crediamo, con Mazzini , che le une grandi f i rme della propr i e t à debbano accrescersi simultaneamente senza distruggersi, e che questo progressivo accrescimento sia la coud.zioue economica della vera Democrazia. Lo tritato organizzato repubblicanamente può formarsi ima propr i e t à col let t iva, senza distruggere o menomamente toccare la propr i e t à privata, impiegando la pr ima a profitto delle mol t i tudini lavoratrici . La suddetta propr i e t à col let t iva rappresenterebbe i l così detto Fondo Nazionale, tanto raccomandato da Mazzini ; formato dai beni dei clero, dalla copfisca dei beni usurpati dai pr incipi spodestati sul paese, dalla confisca anche dei beni di chi cospirerebbe cogli stranieri <u danno della patria, dal valore' lanpresentato dagli u t i l i delle vie ferrate e da altre pubbliche imprese, da quello rappresentato dalle terre dissodala!! e fertilissime tut tora incolte o coverte di maremme, dal valore rappresentato dalie successioni collaterali, che al di là del quarto grado dovrebbero essere devolute al lo Stato e da a l t r i valori che sarebbe lungo enumerare. Con tale fondo nazionale potrebbe aprirsi un credito coli'interesse de l l ' uno e 1/2 per cento 'alle Associazioni volontarie indust r ial i ed agricole, che darebbero certezza di ones t à e capac i t à d i lavoro. « L a distribuzione d i quel credito, scrive Mazzini , dovrebbe farsi non dal Governo nò ila un Banco Na - « zìonale Centrale, ma invigi lante i l Potere Nazionale, \
— 17 — * da Banchi locali amministrati da Consigli comitnali « elettivi. » Cost i tui to i l Fondo Nazionale la Repubblica avrebbe a l t res ì la missione d i legalizzare le Associazioni libere, cost i tui te sulle basi della mor a l i t à e bella capac i t à , senza nessuna ingerenza dello St a t o ; di migl iorare le vie d i comunicazione, abolendo quanto inceppa ora i l trasporto dei prodot t i , di concedere i larori che bisognano al lo Stato, data eguaglianza di pa t t i , alle Associazioni cooperat ive , d ' i s t i t u i r e magazzini o luoghi d i deposito pubbl ico, dai qual i accertato i l valore approssimativo delle merci consegnate si rilascierebbe alle Associazioni un documento o bono simile ad un bigl iet to bancario, ammesso alla circolazione e allo sconto, tanto da render capace l ' As - sociazione d i poter continuare ne' suoi lavori e di non essere strozzata dalla necess i t à d i una vendita immediata e ad ogni patto. I n una parola realizzare tut te le riforme economiche accennate nella Questione Economica e nella Conchiusions dei Doveri dell' [forno. Solo in tal modo può l ' Uma n i t à realizzare i l futuro sociale intravvisto da Mazzini e che può Culle sue stesse parole così def lui rsi : » i l lavoro associato, i l riparto dei « f rut t i del lavoro, ossia del ricavato della vendi ta dei » prodot t i , t ra i lavoranti in proporzione del lavoro com- •* piuto e del valore d i quel lavoro. « Se oggidì i l Socialismo mostrasi così minaccioso lo si deve alia cattiva organizzazione pol i t ica ed economica della società plasmata d i pr ivi l egi e d ' ingius t i z i e . E la Repubblica sa r à i l nuovo raggio d i luce che di ss iperà da un lato i miasmi pestilenziali dei governi pr ivi l egi a t i , dal l ' altro i pericoli del Socialismo anarchico. Affrettare questo avvenire dovrebb' essere i l pr imo pensiero d i quant i hanno a cuore i veri interessi del popolo. Scicli, (Sicilia) Novembre 1886. FRANCESCO M ORMI SA-PENNA.
— 18 — COMMISSIONE DIRETTIVA Pubblicazioni pop:lari di propaganda sul l e questioni social i ed altri interessi d'Ordine pubblico in opuscoli da 5, IO, e IB cent . La Commissione Direttiva col Gennaio 1887 ha iniziate tal i pubbl icazioni , sia riproducendo ar t icol i pubbl icat i sul l ' Emancipaz ione , sia con l avor i speciali di provat i col laborator i . Pubb l i c h e r à par iment i g l i scr i t t i inediti di i l l us t r i pensatori e patriot i repubbl icani . R i p r odu r r à — a seconda de l l ' oppo r t un i t à — parte degli scr i t t i di Mazzini, di M. Quadrio, ài A. Saffi, di F. Campanella e a l t r i grandi , onde i l lust rare i l mov i - mento sociale-pol i t ico, a par t i re in specie dal 1830, e fissar bene la parte iniziatrice e sempre capitale i n esso avuta dal part i to Mazziniano, La r g a parte s a r à pure riservata, in tal i pubblicazioni al la questione morale e filosofica. Gl i u t i l i netti r icavabi l i da tal i pubblicazioni saranno divisi in quat t ro par t i cosi devolute: lj4 all'autore dello scritto, se contemporaneo, oltre il debito correspettioo — i\4 alla Commissione Direttiva — i\4 all'Emancipazione — i\ t al fondo operai perseguitati. L a Commissione Direttiva confida che gl i ami c i , i sodalizi, e i r ivendi tor i democratici vorranno cooperare a l l a riusci ta di questa sua iniziat iva—-
noi? OTDTiTBl'jjfia . n T - AMOJI
1 K O M A - T I P . DELL ' ISTITUTO GOOLD
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