76 che deve prendere un paese novellamente sorto come l'Italia, quale è l' attitudine, o signori, che esso deve tener e in presenza di questa situazione? Sig·nori, noi l' abbiamo detto molte volte: noi non intendiamo di essere provocatori, noi crediamo che con ciò susciteremmo contro di noi l'opinione pubblica in Europa, l'opinione pubblica, la quale, oggi più ch e mai, è una delle potenze più efficaci ad aiutare il compimento delle grandi imprese. Noi non vogliamo, coll'agire avventatamente, compromettere le sorti d'Italia ; e quando l' lLalia è giunta al termine in cui oggi si trova, quando la maggior parte delia nazione è insieme raccolta, ed ha la certezza morale di arrivare tos to o tardi al compimento dei suoi destini, in questo caso noi crediamo che l'agire avventatamente, e g·iuocare le sorti della nazione sopra un colpo di dadi, non sarebbe solo follia, ma sarebbe delitto. (Bene l BTavo 1) L'attitudine nostra non deve essere di iattanza; e qui male in verità a noi si volgevano le accuse dell' onorevole Saracco; chè noi abbiamo la coscienza di non avere mai nè minacciato, nè fatto iattanza; che anzi il progr amma, col quale annunziammo il nostro intendimento quando la fiducia del Re ci chiamò a governare la cosa pubblica, fu accusato del difetto contrario; fu accu-
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