Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

sociale armonica, come se gli uomini fossero atomi moventisi ciascuno per virtù propria in una sfera propria accanto all'altro. La verità è che gli uomini vivono l'uno della vita dell'altro, non si possono separare le rispettive sfere d'azione, che si combinano, s'interseca110; e la società completa e integra l'individuo e viceversa, non esiste per sé, ma negl'individui che la compongono, non agisce che a mezzo di essi. E non è possibile vivere fuori la società. Tutto il nostro essere, i nostri bisogni, la nostra vita sono nella società. Non si possono quindi stabilire rapporti precisi. Conseguentemente il problema della convivenza fra gli uomini è da porre non in astratto ma in concreto. Non vi è l'ordinamento perfetto, ideale, necessario. Ma bisogna trovare praticamente il modo di eliminare le più grosse violenze, le disparità di trattamenti, gli sfruttamenti, le sopraffazioni. I princlpi di libertà, di eguaglianza~ ecc. non sono assoluti ma relativi. Non è dato desumere le norme della convivenza da astrazioni. La realtà di quelle che sono state le relazioni sociali, può servire da punto di partenza per miglioramenti nella stessa direzione. · Si può aspirare a maggiore libertà, eguaglianza, giustizia, non a tutta la libertà, a tutta l'egt1aglianza e a tutta la giustizia. Il socialismo è appunto quest'aspirazione a maggior libertà, a maggior eguaglianza e a maggior giustizia. Esso è figlio del liberalismo o democrazia. Governo di tutti = governo di nessuno. Il socialismo risponde a quest'idea di guistizia che spunta e si sviluppa in mezzo ai contrasti sociali. Esso come idea è antichissimo e si manifestò in tutte le età e paesi come una lontana utopia. Come fatto storico nacque dopo l'abolizione della feudalità e la proclamazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. In Italia e dappertutto, la moltitudine povera e soggetta, contadina e cittadina, dopo aver aiutato all'abolizione della feudalità e della tirannide politica, sfrondata dei suoi privilegi e monopoli, instaurata l'eguaglianza civile, si trovò povera e sottoposta alla dominazione borghese capitalistica. Cominciò dall'organizzarsi, lottò per la propria ascensione, l'aumento dei salari, il diritto di disporre liberamente delle sue braccia, la libertà di emigrazione e la conquista di migliori condizioni di vita e di lavoro. Questi sforzi di ascensione culminarono nella lotta di . classi e nelle competizioni per il potere politico. 632 Biblioteca Gino Bianco

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