Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

Essa resterà. Ma la teoria ricardiana del valore di cambio l1a subito notevoli n1odificazioni e integrazioni dai più recenti studi· economici; e, dopo tutto, è basata sul falso presupposto d'una concorrenza libera universale fra individui posti in eguali condizioni. Così le teorie che Marx ne derivò - quella del lavoro semplice, quella del plusvalore, il concetto del lavoro improduttivo, ecc. - sono rimaste pressoché campate i11aria. Tutto il resto del marxismo - la concezione materialistica della storia, la lotta di classe, il concentramento capitalistico e il fatalismo catastrofico - non risponde che a una veduta filosofica unilaterale, da cui no11 si può trarre un programma d'azione politica. Nella pratica la dottrina dello sviluppo del capitalismo come necessario presupposto del socialismo, ha portato ad un punto morto: il socialismo che nei paesi a grande sviluppo industriale soggiaceva alla forza soverchiante della classe dominante, negli altri era condannato ad attendere, anzi, a favorire l'accumulazione capitalistica perché si rendesse possibile l'organizzazione operaia e la lotta di classe. I socialisti riinasero i11certi e discordi nell'atteggiamento da tenere circa la cooperazione, circa le riforme, circa gli scioperi: ossia in riguardo ai movimenti politici più importanti. La cooperazione, esaltata dagli uni come la pietra di fo11dazione della società nuova, era avversata dagli altri come un fomite di corruzione della classe operaia: Le riforme sociali erano auspicate e temute al ten1po stesso, e da qualcuno considerate come un passatempo, come si va al caffè, o come un mezzo di attrarre le masse al partito e specialmente alle urne, prendendole dal lato dei loro interessi materiali immediati. Lo sciopero, che per i sindacalisti era la rivoluzione in atto, venne ripudiato da altri per la stessa ragione per cui veniva accolto dagli uni, cioè perché· intaccava il profitto del capitalista, non rispettàva le ragioni d'esistenza del capitalismo: da ultimo si proclamò che lo sciopero è giusto solo quando si vince, e mai lo sciopero generale né quello dei pubblici servizi. Infine il dogmatismo marxista portò alla formazione d'un partito autoritario, disciplinato, irreggimentato, il quale subordinava tutto - propaganda e movimento operaio, ecc. - ai suoi fini elettorali .. 620 Biblioteca Gino Bianco

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