compagni processati e contro gli avversari con clamorose dimostrazioni e con intimidazioni a giurati, avvocati e testimoni e perfino magistrati, e in altri modi (fino all'uccisione e ferimento di detenuti, naturalmente non fascisti, ammanettati in mezzo ai carabinieri). I magistrati, a loro volta, seguendo, com'è loro costume, la corrente, usarono tutte le condiscendenze verso gl'imputati fascisti, tanto in sede istruttoria quanto nei pubblici dibattimenti, mentre erano severissimi contro tutti coloro che avevano opposto la menoma resistenza alla violenza fascista, ovvero avevano tentato una disperata difesa contro i loro aggressori 1 • Sta di fatto che, grazie alla connivenza e alla complicità passiva e attiva della polizia, dell'arma dei carabinieri e di alcuni ufficiali dell'esercito e all'acquiescenza della magistratura, i fascisti, organizzati in bande e armati di tutto punto, percorsero l'Italia da un capo all'altro, comportandosi come nemici inesorabili e crudeli in un paese allora conquistato. Chi ha assistito allo spettacolo di quelle orge di sangue che andarono sotto il nome di spedizioni punitive, ne porta nella mente e nei s~nsi il ricordo incancellabile; quelli più fortunati che, o per non essersi trovati in Italia o per aver vissuto in località risparmiate dalla furia fascista, hanno appreso i fatti dalle cronache dei giornali, stenteranno a crederli. E non vi crederanno le generazioni future, a cui non parrà possibile tanta barbarie nell'Italia del secolo XX. ·-k 1 Vi sono state requisitorie e sentenze veramente scandalose: come quella con cui si proscioglitvano i fascisti di Tempio Pausania, colpevoli di violenze, lesioni e minacce in danno di un rivenditore di Nuova Sardegna. Affermarono i magistrati « non essere provato il nesso fra i vari episodi, né il rapporto di causa ad effetto tra l'intenzione d'impedire la vendita del giornale e le lesioni »; che la frase: « il giornale da oggi non uscirà più » dovesse intendersi significare che i fascisti si proponevano di ricorrere alle vie legali e che il giornalaio si astenesse bensì dal vendere il giornale, ma per allargare la sua clientela », ecc. ecc. E quante volte per l'uccisione di una o più persone in seguito a uno scambio di rivoltellate fra fascisti e avversari, i primi furono prosciolti o non furono affatto processati e gli altri mandati a giudizio e condannati? -1~ Il !vferlino difese gli antifascisti in molti processi, recandosi, già innanzi negli anni, da una capo all'altro dell'Italia, e subendo talvolta affronti e minacce da parte dei fascisti. E non di rado, anzi spesso prestò gratuitamente l'opera sua. Un cronista del quotidiano Il Resto del Carlino così lo ritraeva durante il processo per i fatti del Casermone, che si discusse davanti alla Corte 618 BibliotecaGino Bianco
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