proprietari, conservano la mentalità politica del vecchio regime, ereditata dai nostri padri e avi, la mentalità del diritto divino inculcata dalla religione cattolica apostolica romana. Considerano il governo come un Nume da adorare, che tutto sa, tutto può, a tutto provvede e dispensa i· suoi doni a coloro che sanno propiziarselo, e castiga terribilmente chi osa scrutarne i segreti e svelarne le magagne. Resistere al governo, opporsi ai suoi voleri è temerarietà di male intenzionati, di seminatori di zizzania, di pescatori nel torbido. Giudicarne gli atti, censurarli, anche se esso fosse in errore o in colpa, è delitto di lesa maestà. Dovere di ogni buon cittadino è ubbidire a chi comanda e pagare le imposte (come un tempo ascoltare la messa, pagare le decime alla Chiesa e adempiere al precetto pasquale), non partecipare a ma11ifestazioni che possono turbare la pubblica tranquillità e la placida digestione dei governanti. Se non fosse il governo che ci protegge e ci tiene le sue sante mani sul capo, come si farebbe a vivere, a lavorare, a produrre? La società si sfascerebbe di ·certo e noi andremmo tutti alla malora: ci dilaniremmo l'un l'altro come le due volpi di cui non rimasero che le code. Perciò prima lo Stato, poi la nazione; la nazione esiste per il governo: non il governo per la nazione. Nel governo tutt'i diritti, nella nazione tutt'i doveri: se il popolo insorge contro anche il peggiore dei governi, questi reprime nel sangue dei ribelli il tentativo criminoso, esercitando un diritto di legittima difesa proclamato anche dai tribunali. .. 1 • Tale _è la concezione che molti, troppi dei nostri concittadini si fanno dello Stato. E' superfluo confutarla. A questa concezione si oppone la concezione democratica, secondo la quale non il Re è lo Stato, ma il popolo è re - (le peuple est roi) - e il governo è l'emanazione della sovranità popolare. Concezione recente che non ha messo salde radici nelle nostre coscienze, e che spesso si offusca totalmente o parzialmente al sinistro bagliore di quella che si chiama la « ragion di Stato ». La « ragion di Stato » è lo spauracchio che si evoca ogni volta che il governo si sente in pericolo e proclama che « la patria è in pericolo ». 1 Vedi la giurisprudenza della Corte di Cassazione sugli stati d'assedio e sulle condanne pronunziate dai tribunali militari nel 1894. 615 Biblioteca Gino Bianco
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