Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• di Stati, è di combattere e tacere; tacere perché non conosciamo i termini precisi dei problemi che la guerra è chiamata a risolvere (i quali spesso, dopo la guerra, rimangono più insoluti. che mai); e ubbidire cecamente, senza mormorare, a chi ha il potere, a chi « rappresenta la nostra volontà, la nostra personalità, il nostro essere di nazione », e ha la responsabilità dei nostri destini; ché, se questo uno sbaglia la colpa non è sua, ma nostra, od almeno di un lungo · passato di colpe che noi ci trasciniamo dietro; e infine perché anche l'errore e- il dolore giovano, perché errando s'impara e il dolore affina l'anima umana. Cosl l'umanità, mediante la guerra, assurge a più alti destini! Queste cose ed altre egualmente di colore oscuro ho lette in una conferenza tenuta dal prof. Giovaruii Gentile alla Biblioteca Filosofica in Palermo 1'11 ottobre 1914, e che porta appunto il titolo altisonante: « La Filosofia della guerra». Sono trascorsi circa dieci anni: una grande terribile guerra è stata combattuta .fra i popoli più civili della terra, con le conseguenze che tutti sanno, fra cui quelle che noi gemiamo sotto il peso di enormi debiti, che abbiamo perduto gran parte di quelle libertà politiche per le quali combatterono strenuamente i nostri padri, e che siamo forse non lontani da altre e più funeste guerre. * * * Intorno alla guerra non sono possibile che tre opinioni: I) la guerra è un bene perché stimola le energie umane e le intensifica, dà la prevalenza ai forti :fisicamente ed intellettualmente e quindi promuove il progresso; II) la guerra è un male ma necessario, perché - insito nella natura umana; III) la guerra è un male da cui l'umanità si può liberare con uno sforzo di volontà e con gli opportuni rimedi. Le prime due opinioni sono assai più vicine che non sembri la una ali'altra, tanto che facilmente si scivola dall'una nell'altra, e nello zelo della difesa della guerra si alternano e confondono argomenti tratti .dall'una e dall'altra, senza neppure avvertire la contraddizione. Nell'opuscolo del prof. Gentile non si osa dire apertamente che la guerra è un bene; ma si afferma che essa è conforme al « principio 609 Biblioteca Gino Bianco

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