delle volontà e degl'interessi concorrenti dei vari gruppi che la nazione compongono, ma senza violenze sopraffattrici. La democrazia - tal è, tal è sempre e tale sarà anche in avvenire - è l'unica alternativa possibile al dispotismo. Che se nella pratica odierna il regime democratico rappresentativo non risponde all'ideale qui prospettato, non per questo dobbiamo fare macchina indietro, fare gettito di tutte le libertà conquistate e tornare al dispotismo. Ma dobbiamo anzi perfezionare i nostri ordinamenti politici, avvicinandoci sempre più al governo diretto (che è il contenuto essenziale della democrazia) e rimovendo la causa precipua di tutt'i vizi e difetti del sistema politico vigente, che è l'ineguaglianza delle condizioni economiche, che si riflette sinistramente sull'eguaglianza e sulla libertà politica. Eguaglianza di condizioni economiche però che non deve andare disgiunta dalla piena libertà dell'individuo nel lavoro, nei consumi, nei cambi e nelle associazioni. .. E' questo il problema da risolvere teoricamente e praticamente. Ma questo è tema che esorbita dall'argomento del presente scritto. GIOVANNI GENTILE E LA FILOSOFIA DELLA GUERRA * La :filosofia è una gran bella cosa, la scienza delle scienze, la somma dei princìpi a cui lo scibile umano nelle varie sue branche mette capo, ecc. Ma è pur.e - o può essere--- una forma astrusa che si dà al pensiero e che rende inintelligibili le cose più semplici e più chiare. O può anche servire a travisare la verità e a rivestire di vani splendori gli errori, i vizi e le iniquità di cui gli uomini si rendono colpevoli verso il loro prossimo e verso se stessi. Così vi è, a quanto pare, una filosofia della guerra, la quale ci apprende che quando una guerra è scoppiata, o sta per scoppiare, è segno che si doveva fare e perciò è santa e necessaria, e il nostro dovere, di noi umili mortali e non guidatori di popoli e reggitori. -::La Critica politica, 25 novembre 1923. 608 Biblioteca Gino Bianco
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