Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• Tutti sanno, tutti dicono, tutti vedono che il rimedio ci sarebbe; ed è quello a cui il più inveterato sprecone, che almeno consuma il suo e non vuol finire i suoi giorni mendicando per· le strade, si appiglia quando s'accorge d'essere agli sgoccioli: licenziare i servitori, vendere cocchi, automobili e livree, rinunciare al gioco, alle gozzoviglie e rintanarsi in un paesucolo dove la vita sia a buon mercato. Invece il governo italiano persevera nelle sue abitudini da gran signore. Mantiene al suo servizio infinite legioni d'impiegati, che vanno all'ufficio alle 10,30, girano per i corridoi, fanno una capatina nella stanza del capo servizio, scambiano qualche parolina faceta con la dattilografa, chiacchierano fra loro fumando una sigaretta, vanno a colazione, tornano e occupano così la giornata senza nessun beneficio per chi li paga, riservandosi di emarginare qualche pratica straordinaria, straordinariamente pagata. Sono centinaia di migliaia di parassiti che infestano il bel paese; e ve ne sono innumerevoli altri sparsi per tutto il mondo, e che costano più di quelli di casa, in qualità di ambasciatori, d'incaricati d'affari, di membri di commissioni, di propagandisti, ecc. Ora è follia continuare così. Il Parlamento o non capisce o finge di non capire. Il Bilancio si chiude con un disavanzo di quattordici miliardi? Per colmare questo deficit, che s'ingrossa e moltiplica di giorno in giorno, il ministro attende l'aumento della produzione, che invece non può aumentare, ma deve diminuire e arrestarsi, perché lo Stato l'opprime d'imposte, e l'altezza del cambio, le tariffe differenziali degli Stati monopolizzatori e la mancanza di mezzi di trasporto non permettono d'impor- . tare le materie prime. Non c'è che una via d'uscita: falcidiare le spese. A cominciare dai ministri, anzi dal capo dello Stato, bisogna che tutti si pieghino alla necessità. Bisogna eliminare le spese inutili, se non vogliamo tutti morir di fame. O questo. o la rivoluzione, che poi dovrà fare lo stesso. Intanto la disoccupazione cresce e gli Stati Uniti chiudono le porte in faccia agli emigranti italiani, che andavano a dar vita e lavoro per un tozzo di pane. 599 Biblioteca Gino Bianco

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