• L'accentramento burocratico e autoritario è un male e un pericolo: ma è anche un male e un pericolo l'avversione all'organizzazione e alla forma, da cui si esprime la volontà e l'interesse generale. II I PUNTI SUGL' I ·k Vediamo d'intenderci. Con un po' di buona volontà credo che ci riusciremo: d'altronde è necessario precisare fin d'ora la linea di condotta da tenere allo scoppio (che non può tardare) di un qualsiasi moto rivoluzionario, per qualunque causa od iniziativa esso avvenga. Poniamoci d'accordo, se è possibile, ora per non perder tempo, o per non fare alle fucilate tra noi domani. E, ripeto, l'accordo, con un po' di buona volontà, è possibile fra anarchici e socialisti e con tutti quelli che, pur non avendo idee determinate e precise circa quello che potrà essere l'avvenire lontano, desiderano metter fine alla baraonda presente e costituire alla meglio . ' . . . . una soc1eta 1n cui s1 possa vivere. Certo, non possiamo promuovere e dettar leggi e norme e freni all'azione rivoluzionaria; come non si prescrive all'uragano di contenere la sua furia distruttrice in dati confini di spazio e di tempo. Ma poiché una rivoluzione sociale è ad un tempo un'opera di distruzione e di ricostruzione, è bene avere, per ciò che riguarda la ricostruzione immediata, idee nette e chiare, e acquisire ad esse il consenso del maggior numero di coloro che si trovano in prima linea nel movimento rivoluzionario. Ciò premesso, prendo le mosse dalla polemichetta circa il problema delle abitazioni. In Umanità Nova del 31 marzo trovo un articolo a firma L. C., dove, in risposta a un mio scritto, si afferma: I) che il diritto all'abitazione dev'essere, in una società comunista già costituita, il corrispettivo del contributo di lavoro dato dall'inquilino a vantaggio della collettività; * Umanità Nova, Milano, 14 aprile 1920. 591 Biblioteca Gino Bianco
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