rismo che serve a tener divisi gli animi e a favorire le ambizioni dei • capi. Dico di più: bisogna fondere i programmi, rinunciando agli. assoluti (assoluta libertà, assoluta eguaglianza, ecc.) e accostandosi alla realtà. Bisogna concretare il piano delle riforme da attuare immediatamente, per l'uomo contemporaneo, per il tempo e la società in cui viviamo. Guardando da questo punto di vista, oh! come perdono valore le concezioni astratte - e talvolta contraddittorie - che vanno sotto certi nomi in voga, i quali (come un tempo quello di repubblica, ora quello di comunismo e forse anche di bolscevismo e sovietismo) servono piuttosto a nascondere la nostra volontaria ignoranza di quello che dev'essere il contenuto del nuovo ordinamento sociale e di quello che si dovrà operare in tempo di rivoluzione, che riassumere idee concrete ed aspirazioni precise. In altri termini, io son di parere che se si vuole la concordia per un'azione utile e pratica, bisogna che ciascuno rinunci alle proprie ubbie e alle frasi fatte vuote di significato, bisogna emanciparsi dalla convenzione e dalla tradizione, liberarsi dallo spirito di corpo e di partito, per sostituire ai vecchi programmi più o meno astrusi e formali un programma concreto che risponda ai quesiti: come organizzare il lavoro nelle città, nelle campagne, e gli scambi, i consumi, l'amministrazione pubblica (e, perché no?, anche l'esercito, se un esercito sarà necessario per la difesa della rivoluzione), non già nel corso dei secoli, ma illico et immediate (lasciamelo dire in latino, perché così forse sarò· meglio compreso): e sulla base di questo programma formare l'unione fra anarchici, socialisti e repubblicani e quanti altri inten4ano al trionfo non del proprio partito, ma -della libertà e della giustizia. Ogni altra unione è effimera e sarebbe pericolosa. Essa durerebbe tutt'al più una giornata sola, e poi ... il diluvio . ... E si dia al non spregevole numero di coloro che non militano nei partiti cosiddetti sovversivi e che ora, scossi dalla terribile tragicit~ della situazione, rimangono ancora perplessi, la sensazione che quel che si vuole non è già sconvolgere e distruggere quel poco che ci resta e neppure instaurare una nuova dittatura (come se non •· ne avessimo avuto già abbastanza di dittatura fino a ieri, anzi fino ad oggi), ma procedere concordi, rispettandoci a vicenda, a riformare 586 Biblioteca Gino Bianco
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