Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

NEGLI ANNI BUI DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE I. LETTERA ALL'Avantif•k Roma, 9 luglio 1917 e A ., aro vanti., Da anni non intervenivo a riunioni politiche, conferenze et si- .milia, e solo l'altra sera mi sono trovato a caso ad ascoltare una conferenza dell'ex anarchico Libero Tancredi su Classe e Nazione. Sono rimasto trasecolato! Non avrei mai creduto che fosse possibile affastellare tante cose disparate, come Atene e Sparta, il materialismo economico di Marx, l'economia politica di Smith e di Ricardo, di Marshall e di Pareto la discesa dei Barbari, la Riforma, il Rinascin1ento, Napoleone I, gli Stati Uniti e la Russia contemporanea. Non avrei creduto possibile che da indigeste nozioni scientifiche e storiche altri traesse conseguenze così strabilianti come questa, che l'Internazionale, or morta e sepolta, era soprattutto borghese e capitalistica e imperialistica e si manifestava nelle dottrine economiche che studiavano i fatti economici in se stessi, prescindendo dalle condizioni particolari di ciascuna nazione (anche la matematica, non è vero?, prescinde dal nazionalis·mo quando afferma che due e due fanno quattro). Non credevo possibile un tale diluvio di frasi sonore e vuote di senso: e soprattutto non credevo possibile, in un ex anarchico rivoluzionario e forse individualista che ha il toupet di professarsi ancora sindacalista rivoluzionario, un atteggiamento cosi reazionario come quello appunto ier l'altro sera del Tancredi, che predicò (è la parola pròpria) l'odio perpetuo fra la razza latina e la tedesca (il mondo si dividerebbe da ventimila anni, e dovrebbe continuare a dividersi, in queste due razze, l'una ricca di tutte le virtù, l'altra capace solo della più brutale delinquenza): e perorò per una ,organizzazione economica nazionale, cioè statale, con la semplice * Avanti!, 12 luglio 1917. 580 Biblioteca Gino Bianco

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