Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

mendo consensi e dissensi; e riconobbe al Merlino «uno sguardo penetrante e comprensivo per i fenomeni sociali, cultura non comune e spirito di sistema ». Fuori del campo socialista, merita d'essere segnalato l'interessamento che per l'opera del Merlino dimostrò monsignor Salvatore Talamo, il quale ne fece oggetto di studio in alcuni articoli, esemplari per comprensione di pensiero e serenità di giudizio, comparsi nella Rivista Inter1iazionaledi scienze sociali e di discipline ausiliarie, da lui diretta, e poi raccolti in un volumetto di un centinaio di pagine col titolo « Unà nuova forma di socialismo ». In una scheda riservata per il Ministero degli Interni, il prefetto di Roma, nel 1898, dava queste informazioni sull'attività politica del Merlino: « Con gli scritti e con la parola e con l'autorità del nome, egli ingaggiò qui una battaglia titanica diretta ad ottenere la fusione delle forze sovversive, di qualsiasi colore e gradazione, in un solo fascio. In tale battaglia, combattuta con ardore per un anno, egli fu solennemente sconfitto, malgrado avesse a coadiuvatori Mongini per i socialisti, Albani per i repubblicani e De Fazio e Marzoli per gli anarchici » (Vedi Pier Carlo Masini, « Biografie di sovversivi compilate da prefetti del regno d'Italia », Rivista storica del socialismo, 1962). Prima di procedere nel nostro discorso vogliamo dare un rapido cenno de « L'utopia collettivista ». In questo volumetto di 132 pagine, che tenne dietro a « Pro e contro il socialismo » è lo completa, il Merlino oltre a rispondere ai suoi critici, riprende e sviluppa, approfondendoli, alcuni temi in esso trattati, in particolare quello della soluzione collettivistica dell' organizzazione economica della società socialista, secondo il modello proprio della socialdemocrazia tedesca che proponeva il piano unico di produzione e di scambio, modello che i partiti socialisti degli altri paesi avevano accolto nei loro programmi e che sarà poi ripreso dai comunisti russi e applicato coercitivamente nelle for·me e coi risultati che conosciamo. E ne fa una rigorosa confutazione valida per tutte le forme di collettivismo e di comuni18 Biblioteca Gino Bianco

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