Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• finora un grande ostacolo: la invadenza dei marxisti; la loro pretesa di essere essi i depositari della vera dottrina del vero socialismo. Ma oggi avviene questo fatto signifìcantissimo: che tutt'i giorni che passano un altro marxista passa il Rubicone, abbandona il campo dell'intransigenza teorica e magari abbandona Marx. L'ultima conversione ... Ma io non voglio far nome, perché attendo che egli medesimo manifesti la sua conversione. Mi limiterò a dire che si tratta di un giovane pieno d'ingegno, che ieri appunto pubblicava un libro di commento e d'interpretazione della teoria economica di Marx. Quel libro era forse preparato da un pezzo, e l'autore si sarà affrettato a lanciarlo nella pubblicità, per timore, indugiando, di doverlo rifare da _capo a fondo. Questo mar~ista, infatti, scrive ad un amico che egli va sospettando che « noi altri marxisti siamo troppo rancidi ». E aggiunge questa giustissima riflessione che io pure ho fatta più d'una volta: « Il socialismo teorico è sempre stato l'ombra dell'Economia politica. Ora che l'Economia politica va assumendo il prevalente indirizzo edonista-matematico, occorrerà che, pena la sua esistenza, la dottrina socialista muti radicalmente il suo orientamento ». Un altro marxista, Vincenzo Giuffrida, nel suo libro intorno al III volume del « Capitale » di Marx, accetta completamente e ripete letteralmente a pag. 80 la critica da me accennata della teoria marxiana del valore a pag. 17 e ss. di « Pro e contro il socialismo », e a pag. 54 e ss. de « L'Utopia collettivista », citando gli stessi scrittori (il Cohn, il Walker e il Patten) da me citati, ed esprime da ultimo la convinzione che si stia maturando « la decomposizione del marxismo ». « L'opera di Marx - scriv'egli - subisce e subirà la sua negazione ·con limitazioni, con critiche e soprattutto con determinazioni, ché omnis determinatio est negatio. 305 Biblioteca Gino Bianco

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