Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• credere che la teoria marxista del valore e del plusvalore sia l'ultima parola della scienza economica, senza esser convinti del continuo accentramento della ricchezza e del continuo aumento della miseria dei lavoratori, e soprattutto senza voler aspettare che il capitalismo raggiungail suo massimo sviluppo, che le classi medie precipitino nel proletariato, infine senza essere collettivisti, vale a dire senza ammettere che l'unico · modo di socializ~are la ricchezza e di eliminare i monopoli sia quello di. affidare ad un'amministrazione centrale il còmpito di organizzare la produzione e gli scambi di un paese. Ed è utile questa nostra ribellione, è necessaria questa battaglia che noi combattiamo contro il dogma, contro lo spirito settario, contro il dottrinarismo, contro il principio di autorità che si è insinuato nello stesso partito socialista e che .ci ricorda la frase del Carlyle: « che giova aver espulso il corpo dei Gesuiti, se ci rimane lo spirito dei Gesuiti? » Cl1e giova combattere la tirannide degli altri, se ci nasce una nuova tirannide in casa? * È vero quello che taluni marxisti vanno dicendo, che noi seminiamo la discordia nel campo socialista? Io non credo. Non è seminare la discordia il sostenere che le teorie di Marx sono discutibili, che esse non devono formare la pietra di parag.one alla quale si provi se uno è o no socialista. Io dico che si può essere socialisti senza credere nel materialismo storico e nella teoria marxiana del valore. Sono questioni scientifiche, non accessibili alla generalità degli operai, e sarebbe . strano che un partito che dice di rappresentare gli operai, prendesse a base del suo programma delle teorie che gli operai non intendono. Del resto, ormai non c'è quasi più nessuno che sostenga le teorie ·di Marx uti sunt. C'è chi le intende a un modo, * Rivista critica del socialismo, 1899, pagg. 600-603. 303 Biblioteca Gino Bianco

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