• superficialmente od esternamente, ma da dentro in fuori, nei suoi organi particolari, nella sua intima struttura. Perché anch'io sono, come il Ferri, per la più radicale trasformazione possibile: ma credo che questa trasformazione non possa avvenire per un colpo di testa di un individuo o per un colpo di mano di un partito, né per un decreto di un'autorità, né per una proclamazione di un Comitato rivoluzionario; ma debba avvenire per una serie di riforme cominciate oggi e proseguite sempre, durante la battaglia e dopo la vittoria. Il Ferri invece si contraddice; perché delle due l'una: o la trasforma~ione sociale dovrebbe avvenire, secondo lui, tutto in una volta, ed eccoci da capo con quella teoria catastrofica del socialismo che il Ferri ripudia dichiarandola insostenibile e lodando il Bernstein di averla combattuta; o dovrà essere graduale e continua, e allora siamo alle riforme parziali e pratiche, di cui il Ferri parla con olimpico disprezzo e che del resto non escludono affatto, anzi implicano il movimento rivoluzionario, il conflitto con gl'interessi regressivi (Rivista critica del socialismo, 1899, pag. 34) .. In conclusione io dico: fine - la socializzazione dei mezzi di produzione; mezzo - Io sviluppo di tutte le tendenze che concorrono a quel fine. Le riforme da propugnare interessano: altre, la classe lavoratrice (legislazione di lavoro, costituzione di leghe, Camere di lavoro, arbitrati, ecc.); altre, la piccola e la media borghesia (organizzazione del credito, riforma dei contratti agrari, consociazione di piccoli industriali e di piccoli proprietari, esproprio di terren1 incolti, ecc.); altre, infine, la generalità dei cittadini (riforma tributaria, militare, municipalizzazione di pubblici servizi, opere di pubblica utilità, riforma parlamentare e decentramento amministrativo). Le riforme economiche e politiche devono procedere di pari passo - e tendere: le politiche, a sfrondare l'albero troppo folto del potere gover- • 299 Biblioteca Gino Bianco
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