• Tirate le somme e voi avete l'ideale del socialismo tradotto in pratica, né più né meno. Quest'ideale, vale a dire quelle riforme non saranno attuate tutte oggi, sotto il sistema capitalistico, ma cominciano ad essere attuate, comincia la lotta per esse, comincia il socialismo. E continuerà l'attuazione anche dopo quella specie di linea equatoriale che è la rivoluzione, che non cambia l'evoluzione, perché anche dopo la rivoluzione, e· se pure si istituisse il collettivismo o il comunismo, bisognerà garantire al lavoratore l'esistenza, la libertà, il lavoro moderato, la vecchiaia, ecc. Dunque il socialismo (lo ripeto per la centesima volta) è nelle riforme pratiche. Combattere per queste è combattere per l'attuazione del socialismo. ~•: Sulle quali riforme pratiche, notate, sono tutti d'accordo - anarchici, socialisti, repubblicani. Aprite i programmi di questi partiti: vedrete che tutti domandano le stesse cose. Chi le vuole dall'organizzazione degli operai; chi dall~ leggi e dal Parlamento; chi le promette a nome della repubblica. Queste son divergenze di metodo, son punti di vista rispondenti tutti ad una meta, rappresentano una divisione di lavoro, non un'opposizione di princìpi e di intenti. Chi può negare che non sia necessaria l'organizzazione della classe operaia, anzi di tutto il popolo? Per me, vedrei volentierissimo che si organizzassero magari i contribuenti per sottrarsi alle fiscalità esose, i consumatori ricchi e poveri per sottrarsi alle speculazioni e alle frodi commerciali, e i cittadini tutti per difendere le loro libertà contro l'arbitrio dei pubblici funzionari. Non la sola classe operaia ha bisogno di organizzarsi. Tutto il popolo oggi è disorganizzato verso il governo, e perciò sta alla mercè di quest'ultimo. . Ma ammettendo tutti l'utilità dell'organizzazione della classe operaia e degli sforzi di essa per il miglioramento della * « Il valore delle riforme dette minime non si deve desumere dai risultati immediati, ma dall'importanza del principio che in ciascuna di esse si contiene. Omnes vulnerant, ultima necat. Tutte feriscono, l'ultima uccide » ( « L'utopia collettivista », 1898, pag. 129). 293 Biblioteca Gino Bianco
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