Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

campagne, alla maggiore energia cl1e si può ottenere da lavoratori ben nutriti e istruiti, ai vantaggi dell'igiene pubblica, si capisce facilmente che il socialismo non è una dottrina di odio e di i11vidia,ma una dottrina d'amore e di solidarietà, che unisce gli uomini nell'aspirazione a un maggiore benessere. Perciò noi non abbiamo bisogno di vergognarci che n~l partito socialista militino anche uomini non esercenti mestieri manuali; né abbiamo bisogno di dare al socialismo un aspetto troppo lugubre parlando dell'intristire e dell'estendersi della miseria come di un fatto necessario e generale, e quasi rallegrarcene. Alla concezione catastrofica del socialismo deve succedere la concezione evoluzionista, non nel senso del placido tramonto o della trasformazione lenta e secolare senza bruschi mutamenti di nessuna specie; ma nel senso del passaggio dall'omogeneo all'eterogeneo, nel senso che il socialisino non si attua semplificando, ma bensì rendendo più complesse le relazioni e più complicato il congegno sociale; nel senso che la società socialistica è morfologicamente lo sviluppo e il perfezionamento dell'attuale .. Donde la conseguenza importantissima che le riforme, propugnate come minime dai socialisti, non sono un compromesso, una menomazione dei principi, una concessione fatta alle esi- -genze della lotta elettorale, ma sono parte ed elemento del socialismo. Anzi n~ sono la sostanza. È avvenuto per queste riforme minime ciò che per il socialismo stesso, il quale da metafisico e dottrinario diventa positivo. Così le riforme minime, concepite prima in un modo assoluto e uniforme, come il fiat d'una legislazione nazionale e internazionale,3 ora si vanno specificando e variando. Lo studio dei vari problemi - come quello degl'infortuni di lavoro, della giornata di lavoro, della questione agraria, ecc. - ha dimostrato che la soluzione non può essere unica e universale, 3 Vedi le deliberazioni dei congressi socialisti internazionali di Parigi del 1889, riportate in nota a pagina 269 di « Pro e contro il socialismo». 290 Biblioteca Gino Bianco

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