Dobbiamo noi rammaricarci che sia così e che, così essendo, sia venuto meno uno dei postulati del socialismo contemporaneo? No, perché esso non è essenziale alla tesi socialistica: la quale si regge anzi meglio ponendo, com'è, la necessità dell'avvenimento del socialismo non nella miseria estrema della classe operaia, ma anzi nell'acuirsi in questa classe, col miglioramento . delle condizioni materiali, del sentimento della propria dignità e nel perfezionarsi del sentimento di giustizia in tutte le classi sociali. « Le classi oziose e parassitiche - ha scritto nientemeno che il senatore Boccardo - debbono per decreto di natura, aduggiarsi e scomparire, appena cessato di adempiere a quell'ufficio temporaneo che le vicende storiche avevano a loro assegnato. Le aristocrazie feudali subirono questa sorte, quando ·non fu più necessario che esse sole avessero da impugnare la spada per dirigete le orde incoscienti della plebaglia. Ora il ritirarsi dalla egemonia sociale spetta alla borghesia grassa e gaudente. Fa duopo che essa pure si pieghi alla legge del lavoro. La diminuzione progressiva del potere redditizio dei capitali le impone il dilemma: o lavorare o perire. Non è lontano il giorno, diremo col Cheysson, in cui si avveri la ferrea sentenza di san Paolo: qui non laborat nec manducet ». 2 A me non spetta di discutere la novissima teoria della diminuzione progressiva del profitto e dell'interesse: basta che si riconosca da uno scrittore conservatore, in un libro contro il socialismo, quello che è il principio cardinale del socialismo, che cioè il regno dei parassiti ha da finire. Il crescere continuo della miseria della classe lavoratrice non · è condizione necessaria per l'avvenimento del socialismo. Il movimento socialista non viene esclusivamente dal basso. Sono le forze migliori della società che cospirano al socialismo. 2 « Socialismo sistematico e Socialismo incosciente », Roma, 1896, pagg. 43-44. 287 Biblioteca Gino Bianco
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