• nuerà ad esistere accanto alla produzione unitaria di Stato, ricevendo anzi un maggior incremento dalla trasformazione socialistica, la quale afforzando le tendenze individualistiche del gusto, permetterà un massimo :fiorire dei mestieri artistici indipendenti. Questo è quanto hanno sostenuto l'Hobson, il Graham, il Walras e il sottoscritto, come ricorda opportunamente il Labriola, difendendomi dalla taccia di eresia. E il Kautski scrive a pagina 440 del suo libro: « Non soltanto i piccoli proprietari di terre, ma in generale i proprietari di piccole aziende produttrici, anche quelle foggiate sul mestiere, non hanno nulla affatto da temere da una vittoria del proletariato. Al contrario! » Frase stupenda, che svela tutta l'erroneità del punto di vista marxista. Perché, insomma, se i piccoli proprietari e i piccoli industriali non hanno da temere ma ben piuttosto hanno da impromettersi bene dall'attuazione del socialismo, perché non potrebbero e non dovrebbero essi concorrere alla sua attuazione e alla lotta che deve precederla? Perché il Kautsky parla di una « vittoria del solo proletariato »? Perché i socialisti si ostinano a dire che il loro partito rappresenta esclusivamente la classe operaia? « Con la società socialista - scrive ancora il Kautsky a pag. 444 - possono perfettamente accordarsi aziende economiche indipendenti tanto nell'agricoltura, quanto nella manifattura: per l'una e per l'altra valgono le stesse osservazioni. Che il terreno ed il suolo sul quale lavorano, sia proprietà privata o di Stato, potrebb'essere affatto indifferente. Ciò che importa è la cosa, non il nome, gli effetti economici e non le categorie economiche». Perfettamente, e potrei quasi dire letteralmente quello che ho scritto io! E ben a ragione il Labriola osserva: · « In fondo si è più d'accordo che non sembri, fra socialisti! Naturalmente ci sarebbe da domandarsi se le opinioni del Kautsky non abbiano subìto anch'esse l'influenza dei recenti studi del Bernstein e del Merlino ». E che l'abbiano subìta o no, poco importa. A proposito del libro del Bernstein, si è osservato che le principali conclusioni a cui egli è arrivato, erano state anticipate dal 281 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==