di quella supposizione che in Marx non ha nessun fandamento (dacché è stata ripudiata la legge di bronzo del Lassalle) e che non è esatta nel modo assoluto e categorico com'è stata dal Marx (a mo' d'ipotesi) formulata, cioè che l'operaio lavori metà della giornata per sé e l'altra metà per il padrone. Dunque, il tanto disprezzato calcolo edonistico - che è la legge generale del valore da noi ricercata - ci presta argomenti non dispregevoli a favore del socialismo: dovremmo noi ricusarli sol perché non si trovano scritti nel « Capitale », anzi contraddicono al presupposto mar~ista della equivalenza dei cambi? Possiamo ripetere con Marx ed Engels che nella proprietà comunista futura sparirà il criterio del valore e la produzione sarà regolata dall'utilità sociale? 2 È notevole che· i marxisti attuali si dicono collettivisti, mentre Marx e l'Engels, più logici, si dichiaravano comunisti. Nel collettivismo, dovendo ciascuno avere in proporzione del lavoro che dà, un calcolo di valore è indispensabile. Nel comunismo, e specialmente nel comunismo anarchico, non c'è calcolo da fare, perché ognuno prende quel che gli bisogna. Ora, benché sembri incredibile, il marxismo finisce necessariamente nel comunismo anarchico. Il prof. Labriola non s'è accorto neppure di questo, che cioè egli propugna niente altro che il comunismo anarchico, come quel povero borghese fatto gentiluomo del Molière non si era accorto che egli parlava in prosa! Infatti egli ci dice che « eliminati che siano gli ostacoli al •libero sviluppo, - questi ostacoli che ora differenziano le classi e gl'individui fino a renderli irriconoscibili (? ), - ognuno potrà trovare nella misura di quello di cui la società ha bisogno, il criterio di ciò che egli può fare e di ciò che è necessarioche si faccia » (I.e. p. 138). 2 Marx, « Misère de la philosophie », II ed., Paris 1896, pag. 83. Engels,. « Antidi.iring », pag. 335. Cfr. Croce Devenir Social, 107, nota. 249 -Biblioteca Gino Bianco ...
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