Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

Tolta che sia questa supposizione, come si potrà mai ere~ dere che, in regime collettivistico, un'ora di lavoro avrebbe esattamente lo stesso valore di un'altra, e che le cose avrebbero tante unità di valore quante ore di lavoro fossero state impiegate a produrle? Ripeto quel che ho detto cento volte: non si può stabilire un paragone tra lavoro e lavoro, tra un'ora di studio e un'ora di lavoro di zappa, tra un'ora di studio e un'altra ora di studio; tra il lavoro di chi viaggia per il mondo per uno scopo scientifico, artistico o commerciale e quello del minatore che si logora la vita a cinquecento metri sotto la superficie del suolo. Non si può valutare razionalmente e obbiettivamente il valore che ha per me, a un dato momento, un libro, un oggetto d'arte> il consiglio d'un medico od anche un semplice bicchier d'acqua~ La spiegazione dei valori dei lavori e delle cose si deve ricercare in quel calcolo edonistico che ha preso a studiare la. cosiddetta scuola austriaca, le cui dottrine, - come ebbi occasione di dimostrare, contro l'opinione di molti socialisti che poi hanno cangiato opinione, in « Pro e contro il socialismo »· e ne « L'utopia collettivista », - non sono punto ostili al socialismo, anzi lo confortano di nuovi argomenti. Giacché il calcolo edonistico, dalle cui profondità non bene scandagliate esce, per cosl dire, il valore delle cose, sarà sempre soggetto a variazioni, anche nell'economia socialistica, per la ragione che i gusti, i desideri, i capricci, le idiosincrasie degli uomini sono tanti e così mutevoli. Oggi però le diversità gravissime delle condizioni economiche e sociali fanno sì che poveri e ricchi attribuiscano un valore diversissimo alle cose, e· propriamente attribuiscono alle cose un valore che sta in ra- ·gione inversa al bisogno che ne hanno, quindi massimo per il povero, minimo per il ricco. Donde la grave ingiustizia dei cambi, e donde pure la gravissima iniquità del contratto di lavoro: perché la spinta della fame induce l'operaio a vendere le . sue braccia per assai meno di quello che esse producono. Qui sta la spiegazione del plusvalore marxista - la giustificazione 248 Biblioteca Gino Bianco

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