Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

• portanza molto maggiore, la questione del plusvalore, che a sua volta ne richiama un'altra, quella del valore. Il Labriola, col solito accento di disprezzo, deride quei socialisti che « hanno creduto che la teoria del valore e del plusvalore, come viene esposta nei trattati comuni, contiene hic et nunc la regola pratica, la forza impulsiva e anche la legittimità morale e giuridica , di tutte le rivendicazioni proletarie »; che deducono « dallo sfruttamento riconosciuto alla rivendicazione ammessa come certa unicamente perché legittima » e che « riducono lo sviluppo succes-- sivo di tutte le forme della vita sociale ad altrettante varianti di un errore continuo di contabilità » ( <~ Socialisme et Philosophie », p. 43). Avendo detto questo, il Labriola si dispensa tranne qualche osservazione, che discuteremo, intorno alla teoria edonistica - dall'approfondire il problema del valore, mostrando evidentemente di credere (e di questo diremo anche più appresso) che in una società comunista scomparirà ogni idea di valore *. Noi però riteniamo necessario d'insistere su questo punto: che cioè la teoria marxiana del valore e del plusvalore è stata battuta in breccia dalla critica non tanto degli economisti borghesi, quanto * Quando si pubblicò la traduzione francese del terzo saggio del Labriola, in una lettera al Croce del 23 febbraio 1899 il Sorel cosl scriveva: « Labriola vient de faire parakre la traduction de son « Discorrendo di socialismo e filosofia», avec une préface contre moi et une appendice contre vous. Il aurait mieux fait de ne pas donner ainsi carrière à sa mauvaise humeur, car il a dit des bétises énormes sur la théorie de la valeur, qu'il ne connait pas ». E ancora in una lettera in data del 27 marzo: « Il est clair que Labriola n'a aucune idée de l'économie et il en parie en littérateur » ( cfr. « Lettere di Giorgio Sorel a B. Croce», La Critica, fase. V, 20 settembre 1927, pag. 301). Quasi contemporaneamente uno scrittore che si firmava Eos, in un articolo su «Edonismo e Marxismo» discusse i giudizi intorno alle teorie della scuola dei marginalisti espressi dal Labriola nell'appendice del suo saggio dedicata al Croce. Dall'articolo, apparso sul quotidiano Avanti! e riprodotto nella Rivista critica del socialismo (fase. VI, giugno 1899, pagg. 527-530), trascriviamo il brano seguente: « Il male è che sebbene il prof. Labriola dimostri di conoscere qualche opinione del Gossen, il precursore della scuola austriaca - dietro una critica del Lexis che si può trovare in un Handworterbuch d'economia politica - all'infuòri di alcuni princìpi della scuola austriaca, non conosce affatto tutto il movimento e lo sviluppo scientifico che s'è avuto in Inghilterra, in America e nelle scuole di Losanna e Ginevra intorno all'economia pura. Perché se l'egregio critico avesse un'idea chiara e una conoscenza precisa di questi studi, non avrebbe preteso, con poche argomentazioni, d'essere fabbro competente per trattare e maneggiare con disinvoltura simile materia». 233 - Biblioteca Gino Bianco

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