INTORNO ALLA TEORIA MARXISTA DEL PLUSVALORE ~~ Quando certi accademici del socialismo - i quali non hanno mai lottato di persona per la sua attuazione e ai quali è forse ìndifferent·e che esso si attui oggi o fra un paio di secoli - negano la crisi del marxismo, essi chiudono gli occhi alla luce del sole. Tutti i giorni dei marxisti sconfessano, modificano, raccorciano la dottrina del maestro, ne abbandonano una parte per salvare il resto, quando non insorgono addirittura contro di essa. Tutti i giorni di questa dottrina si discoprono nuovi difetti; si rivelano alla mente di chi indaga spassionatamente nuovi argomenti contro di essa. Tutti i giorni cresce il numero dei suoi oppositori e si diradano le file dei suoi aderenti. Oggi è un giovane colto e intelligente, il Graziadei, che si distacca dalla scuola marxista, pur continuando a professare la più viva ammirazione per il maestro: ed espone le ragioni del suo dissenso in un volume che tratta -della « Produzione capitalistica ». Il concetto fondamentale dell'opera è che una teoria del valore non è necessaria alla tesi del socialismo, a dimostrare ingiusta la partecipazione del capitalista ai prodotti del lavoro. Il profitto del capitalista esiste - dice il Graziadei - per il solo fatto che. l'operaio produce più di quel che consuma, vale a dire produce oltre a quello che è necessario per lui, * Rivista critica del socialismo, 1899, pag. 104 e seguenti. Biblioteca Gino Bianco
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