prende a prestito la sua terminologia e le sue comparazioni dalla teologia e dalla mitologia. Gli uomini perdono la loro corporalità. L'operaio diventa una forza di lavoro, il capitalista un agente di accumulazione -o « capitale personificato ». Il mercante, il proprietario sono personaggi mistici, ombre del capitalista; essi si accontentano della parte di bottino che cede loro lo sfruttatore diretto del lavoro. E tutto questo tumulto, tutte queste fantasmagorie hanno lo scopo, lodevole senza dubbio, di combattere più efficacemente il capitalismo, caricandolo di tutte le colpe, di tutte le iniquità delle altre classi della società. Marx visse in un momento di sviluppo gigantesco del capitalismo e nella patria stessa del capitalismo, l'Inghilterra. Egli vide esattamente ciò che le altre istituzioni - lo Stato, la famiglia, ecc. - avevano d'ingiusto e di caduco; ma volle subordinarle al capitale. In altri termini, volle dare una testa al sistema borghese per mozzarla d'un ·colpo; fece della questione sociale un nodo gordiano di cui poté essere l'Alessandro. Per far ciò non ebbe che attenersi agl'insegnamenti dell'economia politica. · Questa, non potendo giustificare le iniquità crudeli dell'organizzazione economica uscita dalla rivoluzione francese, aveva preso il partito di ignorarne almeno una buona parte. Aveva immaginato una società fantastica, dove tutti gli uomini gareggerebbero di attività e d'intelligenza senz'essere ostacolati dal monopolio delle sorgenti [della ricchezza] e degli strumenti del lavoro. Da quest'ipotesi l'economia politica aveva dedotto che, siccome gli uomini sono liberi di procacciarsi le ricchezze, non c'è di meglio che lasciarli fare; senza dubbio, a lungo andare, le ineguaglianze originarie si correggerebbero e ciascuno si troverebbe ricomprensato secondo il • ·suo merito. Secondo questa teoria, il capitale non è che lavoro accumulato e la rendita non entra come elemento dei prezzi dei prodotti. Si erano fatte altre scoperte egualmente sbalorditive, delle quali la più sbalorditiva eta (questo per coloro che non fossero contenti!) che i rapporti economici in generale, la ripartizione delle ricchezze in particolare, sono regolati da leggi fisse e incrollabili, alle quali non è possibile apportare cambiamenti senza distruggere l'armonia 221 Biblioteca Gino Bianco
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