• non i soli operai, ma tutte le classi - la circoscriva, diciamo, quasi ermeticamente nei rapporti tra operai industriali e padroni di fabbrica. Non si può negare che la lotta degli operai contro i padroni, lo sforzo delle classi nullatenenti di emanciparsi dal dominio delle classi possidenti e dirigenti sia gran parte della que- . stione sociale, ma non è tutta la questione sociale, è un episodio, per quanto importantissimo, della lotta per il progresso e per il socialismo. L'aspirazione al socialismo e la lotta per il suo avvenimento non sono proprie unicamente della classe • operaia. La società non è un campo chiuso in cui lottano padroni e operai. Anche le classi medie sono colpite dalla crisi, dal grosso monopolio, dalla gravezza delle imposte, dalla mala amministrazione dei pubblici negozi. Inoltre gli uomini non vivono di solo pane; essi tengono cara la libertà, la giustizia, la dignità personale quanto la vita. Essi si dolgono non solo dell'ingiusta ripartizione delle ricchezze, ma di tutto ciò che ferisce questi loro sentimenti: quindi della tirannide governativa, dell'ingiu- .sta applicazione delle leggi, della forzata partecipazione alle guerre volute dai dominanti, e di tutt'i mali e di tutt'i contrasti che essi sono condannati a subire e a far subire nell'attuale ordinamento sociale. Riflettendo a queste cose, si ha un'idea del problema sociale alquanto più ampia di quella che proviene dalla sen1plice contemplazione dei rapporti tra capitale e lavoro; e si capisce che alla sua soluzione non sia interessata esclusivamente la classe operaia. Per Marx, non che i ceti medi, neppure i contadini e i coltivatori indipendenti sono chiamati ad esercitare un'azione diretta per la soluzione del problema sociale; fino a che non vadano, per effetto della concentrazione capitalistica dell'industria agricola, ad ingrossare le file del proletariato. Nel « Manifesto comunista » i .ceti medi, piccoli industriali, piccoli mercanti e gli artigiani e agricoltori indipendenti, sono dichiarati reazionari, e vi è detto che essi « deperiscono e si estinguono davanti alla grande industria ». 209 iblioteca Gino Bianco
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