Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

a ciascuno di essi una dato còmpito e lasciandoli altrimenti liberi di regolare i rapporti interni fra i loro membri. Il Kautsky ha· proposto che una commissione generale di statistica fissi anno per anno la giornata minima di lavoro che ciascun individuo deve alla società, e l'equivalente (in prodotti) di _ciascun'ora di lavoro, equivalente che costituirebbe la rimunerazione normale. Questi dati verrebbero ricavati dal confronto generale di tutta la produzione occorrente e delle ore di lavoro che essa importa. Qui appare l'errore marxista di credere di potersi ridurre tutte le differenze tra i lavori a differenze quantitative o di durata, mentre le differenze qualitative o d'intensità sono di gran lunga le più importanti; e di potersi ridurre tutte le differenze di valore tra le cose o differenze di ore di lavoro impiegate nel produrle, cioè al costo; mentre due cose che hanno costato lo stesso lavoro, possono avere gradi di utilità diversi; e quindi diverso valore; e l'utilità e il valore possono variare anche dopo che le cose sono state prodotte. • La teoria marxista non risolve ma nega il problema del valore. Essa si sforza di sopprimere le differenze specifiche tra i lavori e tra le cose, riducendo tutte le cose a « coagulati » di lavoro, e tutti i lavori ad un « lavoro socialmente utile », che è una mera astrazione. Essa non può fornirci dati positivi per la sistemazione dei rapporti economici; e si capisce che i marxisti, dopo aver invano tentato di risolvere il problema dell'ordinamento pratico della società futura, abbiano finito per dichiarare antiscientifico ogni tentativo di questo genere. LA LOTTA DI CLASSE. Ma la più grave obiezione che si può muovere alla dottrina marxista, è che essa circoscriva la questione sociale - che è questione di rinnovamento generale della società, rinnovamento· economico, politico e morale ad un tempo, a cui pongono mano 208 Biblioteca Gino Bianco

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