• ma di usure, di profitti commerciali, di imposte, di razzie periodiche dei risparmi (Panami e panamini) una porzione non insignificante del salario, ossia di quella parte di prodotti del lavoro che il padrone della fabbrica gli aveva rilasciati in compenso delle sue fatiche. E già quando l'operaio è andato ad offrire i suoi servigi al padrone di fabbrica, egli era stato spogliato dal , grosso proprietario vicino, dal governo o dall'usuraio, del campicello o- dei piccoli risparmi; era già stato ridotto alla necessità di vendere le sue braccia per vivere. Cosicché l'estorsione a danno del lavoratore avviene non solo nel contratto di lavoro, ma anche nei momenti antecedenti e susseguenti. L'operaio è derubato non solo quando vende la sua forza di lavoro, ma anche quando converte la moneta del salario in oggetti di consumo, e quando prende ad imprestito, quando rivende o pignora i suoi · cenci, quando è costretto ad emigrare in cerca di lavoro, e perfino quando, ammalato, paga al medico o al farmacista in una volta · il suo salario di una settimana. Il contratto di lavoro presuppone l'accaparramento dei mezzi di lavoro da parte del capitalista, accaparramento che, influendo sui patti del contratto e sui cambi in generale, fa sì che questi non sono mai giusti, ma vi è sempre, in ogni cambio, in ogni rapporto economico, contro la dottrina di Marx, perdita da una parte, guadagno dall'altra. Oltre poi alle piccole estorsioni dei cambi, bisogna tener conto (per comprendere bene l'intrigato processo della distribuzione dei prodotti del lavoro e dell'accaparramento della ricchezza) degl'ingenti guadagni che hanno ricavato e ricavano le classi possidenti ora dai dazi di protezione, ora dalle leggi di alienazione dei terreni pubblici (in Inghilterra le enclosures, negli Stati Uniti la cessione gratuita di vasti territori alle società ferroviarie, da noi l'alienazione dei beni ecclesiastici e demaniali), ora dagli appalti di opere pubbliche, ora con frodi e rapine propriamente dette. Pensiamo alla politica finanziaria dei vari paesi, ai dazi di protezione che si godono in Germania, per esempio, i baroni dello zucchero, i fabbricanti di birra, i grossi proprietari; alla tariffa doganale nota sotto la denomina205 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==