Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

dei lavoratori, eccetto la parte strettamente necessaria al sostentamento delle sue vittime. Il proprietario, l'usuraio, il monopolista, il banchiere, il professionista, lo Stato sono complici, forse non assolutamente necessari, del capitalista; gli reggono il sacco e ricevono una parte del bottino in forma di rendita, interessi, aggi, imposte, ecc., ecc. Ma il nemico vero, l'antagonista nato dell'operaio è il capitalista; la lotta è fra essi due; la caduta del capitalista è inevitabile ed egli si trascinerà seco i suoi alleati. ~'< A questa teoria si può obbiettare, e si è obbiettato, che il profitto industriale non si determina nel contratto di lavoro. L'appropriazione di una parte dei prodotti del lavoro al capitalista mediante il prolungamento della giornata di lavoro, l'impiego di donne e fanciulli, ecc., non è definitiva: una parte del guadagno apparente del capitalista ridonda da ultimo a beneficio dei consumatori. Per contrario, la falcidia che subisce l'operaio nel ricevere dalle mani del padrone una parte dei prodotti del proprio lavoro, non è tutto ciò che viene sottratto al lavo~ ratore. Dopo il padrone della fabbrica, altra gente (il commerciante, lo Stato, il banchiere, ecc.) toglie all'operaio in for- . cittadino » ( « Il Capitale », ed. inglese, 1891, vol. I, pag. 75). Il v1z10 del contratto di lavoro è un vizio occulto, speciale, dipendente dall'elasticità della mercanzia-lavoro. Esso. non è nel cambio, ma fuori. « La metamorfosi deve aver luogo nella sfera della circolazione e nel contempo non avervi luogo. Tali sono le condizioni del problema». Ivi pagg. 70 e 83. ,-,i: « I fatti che Marx cita a sostegno della propria tesi, sono veri, ma il punto di partenza della teoria è falso. L'operaio vende al capitalista la sua forza di lavoro di una giornata, non per ciò che costa il suo mantenimento, ma almeno per ciò che la forza di lavoro produrrebbe senza l'aiuto di alcun capitale. In una società dove il lavoro non può produrre quasi nulla senza capitale, il salario può scender al di sotto di ciò che è necessario per mantenere il lavoratore. D'altra parte, se· il lavoratore può resistere al capitalista e se egli acquista attitudini speciali, il salario può salire al di sopra delle spese di mantenimento. Marx confessa che ci sono delle categorie di operai che partecipano al plusvalore. In generale la proporzione fra il salario e il prodotto non dipende dalla produttività del lavoro, ma dai rapporti storici esistenti fra le classi, dalle forze rispettivamente acquisite da esse. Bisogna dunque risalire a un fatto politico per spiegare il tasso dei salari e dei profitti, fatto precedente il contratto di lavoro. Il contratto di lavoro è ingiusto perché i rapporti delle classi sono ingiusti: l'inverso non sarebbe vero » ( « Formes et essence du socialisme », 1898, pagg. 250-51). 204 Biblioteca Gino Bianco

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