Tutto si riduceva dunque all'abolizione della proprietà individuale; e questo poteva essere il fiat di una rivoluzione od insurrezione di classe simile a quella della fin.e del secolo passato e complemento di essa. Un bel giorno la classe operaia insorge, espropria in massa i suoi espropriatori, demolisce dalla base il potere e organizza la produzione in comune, scomparendo da ultimo come classe.2 Così,.mutato il nesso, già ravvisato da altri, tra la questione economica e la politica e la morale, tra la ripartizione della ricchezza e la forma di governo, tra miseria, ignoranza e delitto, in una subordinazione necessaria e. permanente di tutti gli altri fattori dell'organizzazione sociale al fattore economico, la dot- . trina marxista riusciva ad un fatalismo economico-rivoluzionario, a cui contraddice la tattica presente del partito socialista-democratico. L'errore è nel principio. I fattori sociali non sono già subordinati l'uno all'altro, ma interdipendenti. Se la costituzione economica influisce sull'ordinamento politico, sull'indirizzo del pensiero e sulle credenze religiose d'un popolo, queste cose a loro volta reagiscono sulla costituzione economica. D'altronde, dato e non concesso che le necessità della vita materiale abbiano originariamente determinato l'associazione politica degli uomini e plasmato le istituzioni religiose e domestiche, la propr~età cfr. pure Engels, « Der Ursprung der Familie, des Privat-eigentums und des Staat » (L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato), Zurich, 1884. A pagina 139 vi si legge: « Lo Stato non data dall'eternità. Ad un certo stadio dell'evoluzione economica esso diventa una necessità a causa della divisione della società in classi... Ora noi ci avviamo rapidamente ad uno nuovo stadio di evoluzione economica, in cui l'esistenza di queste classi non solo non è più necessaria, ma costituisce un impedimento effettivo alla produzione. Con esse cade inevitabilmente anche lo Stato. La società deve riorganare la produzione sulla base dell'associazione libera ed egualitaria dei produttori, relegando l'intero macchinario dello Stato nel museo delle anticaglie insieme con la ruota da filare e con l'accetta di bronzo». Bakunin e Kropòtkin non hanno detto di più. 2 « La legge del progresso economico è l'espropriazione» (Guesde e Lafargue, Programme définitif du Parti Ouvrier, pag. 50). « Il proletariato, passando, in seguito ad una rivoluzione, allo stato di classe dominante, sopprime con la forza le antiche condizioni di produzione, e per ciò stesso si troverà ad aver soppresso le circostanze che rendono possibili l'opposizione delle classi e la propria dominazione » (Mani/esto comunista). 201 Biblioteca Gino Bianco
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