Educati alla scuola marxista, socialisti, internazionalisti ed anarchici hanno professato idee di una semplicità meravigliosa intorno all'origine e al valore delle grandi istituzioni sociali. La religione doveva, a parer loro, la sua esistenza un po' all'interesse dei governi, che ne hanno fatto « uno strumento di regno »; per il resto, all'ignoranza delle moltitudini. La quale ignoranza, oltre ad essere fomentata ad arte dai governi stessi, era a sua volta effetto della miseria, conseguenza questa dell'accumulazione della ricchezza all'altro polo della società. Lo Stato era una funzione della proprietà, il potere esecutivo del capitalismo, il braccio forte della borghesia. La famiglia era il punto di concentramento degl'interessi egoistici della classe capitalistica, l'organo di trasmissione della proprietà individuale e dei privilegi che conferisce la ricchezza. Insomma, le altre tre istituzioni si consideravano come « forme secondarie » della proprietà individuale, pietra angolare questa dell'edificio sociale attuale. Il centro della questione sociale era nella soggezione economica del lavoratore nel salariato. Abolito il salariato, convertita la proprietà da dotazione della borghesia in dotazione della classe operaia, ossia in proprietà collettiva dei lavoratori associati, ogni lotta ed ingiustizia spariva d'incanto dalla società. La -religione perdeva presa dagli animi delle moltitudini, non più ignoranti e non più anelanti, rassegnate, una postuma riparazione alle ingiustizie sofferte vita natural durante. La famiglia, liberata dall'incubo dell'interesse economico, si scioglieva dai vincoli legali e scompariva nell'amore libero. E quanto allo Stato, la sua ragione d'essere cessava affatto. Gli operai riuniti nelle libere associazioni provvedevano ai loro bisogni e bastavano a se medesimi. Cessando la miseria e l'opulenza, venivano a scomparire la-guerra e il delitto, demoliti nelle loro cause.1 1 Sulla subordinazione della questione religiosa ali' economica cfr. « Le Capita!», edizione francese, 1872, pag. 31. Sul rapporto tra la famiglia e il sistema capitalistico vedi il Mani/ esto comunista. « Trasformato il modo di proprietà ... il matrimonio perde la sua ragione d'essere» (Deville, « Aperçu sur le socialisme scientifique », pag. 43 ). Sul nesso tra lo Stato, la famiglia e la 200 Biblioteca Gino Bianco
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