• Che il noùmeno, cioè l'essenza delle cose, non esista per la scienza, vale a dire che non si conosca né si possa conoscere, sta bene. Ma che nella vita non esistano che fenomeni, mi pare una tesi insostenibile. Dietro il fenomeno ci dev'essere qualche cosa: dietro il calore, dietro il movimento, dietro la luce, dietro il pensiero, dietro il sentimento, dietro la sensazione, dietro la vita ci dev'essere qualche cosa che noi non comprendiamo, che non possiamo vedere con gli occhi né misurare con i nostri strumenti di osservazione scientifica, ma che spiega come il fenomeno passi e il mondo duri, e come un fenomeno si converta nell'altro, il calore in moto, il moto in luce, la sensazione in idea e via via. Un mondo di puri fenomeni rassomiglia ad un regno delle ombre. Ma queste sono forse quisquilie filosofiche, ed io ne fo grazia volentieri al paziente lettore, a cui mi son proposto di parlare, rispondendo al Ferri, dell'orientamento pratico del socialismo e non di noùmeni e di fenomeni. Torno dunque a dire che nel movimento sociale, come nello scientifico, la pratica precede la teoria. Non che la teoria non sia utile, e anche grandemente utile, quando si contenti di spiegare e coordinare i fat.ti, di porre delle ipotesi e di stimolare a nuove esperienze. Ma essa non deve presumere di più: non deve sostituirsi alla pratica, assorbirla, convertire in assiomi le sue ipotesi e . tiranneggiare le coscienze » (Rivista critica del socialismo, 1899, pagg. 33-34 ). « L'Etica è stata trascurata non solo, ma quasi disprezzata in questi ultimi tempi. Da un canto le è nociuto l'essere stata troppo saldamente legata alla religione; dall'altro, essa pareva refrattaria al metodo positivo, molti fatti intimi della coscienza sfuggendo all,analisi più accurata, e tutti poi avendo per carattere di non essere riducibili in numeri e serie statistiche, né esprimibili con linee curve o spezzate e diagrammi. La recente negazione del libero arbitrio pareva anzi condurre difilato alla negazione dell'Etica stessa, e il fatalismo economico e storico in voga non ne faceva sentire il bisogno. Onde è avvenuto che la vecchia morale è morta senza che un'altra ne sia venuta alla luce. La nostra credenza nella morale assoluta ed immutabile, nei princìpi eterni, nelle virtù e nei peccati di natura e contro natura, nell'imperativo categorico, è svanita, e noi tutti - senza distinzione di pa,rt~to, di classe o di scuola - 193 Biblio eca Gino Bianco
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