economica, politica, ecc. Queste varietà della condotta, la quale si esplica diversamente in direzioni diverse, provengono dalla varia combinazione degl'individui nella società e dal vario loro adattamento all'ambiente esterno. Non v'è condotta assolutamente individuale, perché non v'è uomo isolato perfettamente nel tempo e nello spazio: né v'è condotta assolutamente universale, perché le relazioni sociali sono più o _meno intime e sempre limitate. Vi sono però fatti e manifestazioni comuni a vari individui o aggregati, ossia caratteri comuni alle condotte particolari, rassomiglianze e convergenze, e quindi idee morali e princìpi di condotta più o meno generali. Tali sono i princìpi di libertà, di solidarietà, di giustizia. 1 ' Bisogna smettere l'idea che l'uomo obbedisca ad una legge suprema, dalla quale scaturiscano, egualmente per tutti, norme fisse ed immutabili di condotta, quali s~rebbero le virtù e, negativamente, i vizi. Le norme della condotta si vengono formando per via di esperienze e adattamenti particolari: e incerte e contraddittorie da principio, si vengono lentamente consolidando e amalgamando. Di conseguenza, la morale è relativa. È risaputo. non esservi delitto, o azione che sen1bra tale agli occhi dei conten1poranei, che non sia apparso come un atto doveroso e onorevole in qualche epoca della storia o presso questo o quel ·popolo. Ben s'inganna. il Vico supponendo non esservi stata al mondo nazione di atei, o che andasse ignuda; o celebrasse connubi vaghi, o non seppellisse i morti. Non solo vi sono esempi di nazioni cosiffatte, ma l'omicidio, il furto, il ratto, la prostituzione sono stati vere e proprie istituzioni civili e religiose. La massima discrepanza esiste tra la condotta dei selvaggi. Se l'Hos è capace di darsi la morte perché lo si sospetta di furto e il Veddah non concepisce la possibilità dell'assassinio, nell'Africa orientale e altrove un furto onora un uomo, * Ibidem, pagg. 54-56. 170 Biblioteca Gino Bianco
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