Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

bilità di aver dato origine e svolgimento alla crisi del marxismo, che investì questa dottrina alla fine dell'Ottocento. Accenneremo dunque, sia pur brevemente, ai motivi di fonda della critica rivolta dal Merlino al Marx, e da lui svolti inizialmente negli articoli pubblicati su La Société Nouvelle, una rivista belga, e poi ripresi nel volume su Formes et essence du socialisme, apparso nel 1898 in prima edizione francese con una prefazione di Geoges Sorel .. È però da avvertire, che l'interesse teorico presentato dal pensiero di Merlino non è dovuto alla sua originalità in senso ideologico, giacché sotto tale aspetto egli non fece che rielaborare i temi stessi del socialismo detto libertario, che avevano già avuto diffusione in tutta Europa, ed avevano trovato interpreti di alto valore intellettuale, com-e Proudhon. La peculiare fisionomia mentale di Merlino è caratterizzata invece dal fatto, che egli si collocò nell'ambiente speculativo del positivismo, proprio della sua epoca, senza però restare vittima_· degli equivoci culturali, che esso largamente generò. Valga, a tale proposito, un confronto con l'opera dello studioso di criminologia Enrico Ferri, notissimo avvocato ed esponente del partito socialista; autore, fra gli altri libri, di uno intitolato Darwin, Spencer, Marx: titolo in cui venivano associati in trinità i nomi di un biologo, di un filosofo e di un eco- . nomista, che secondo il Ferri si associavano benissimo, giacché per lui « il sociali~mo non è, per una parte, che la logica e vitale filiazione del darwinismo, come per l'altra parte lo è dell' evoluzionismo spenceriano >>. Si trattava invece di una relazione del tutto estrinseca, stabilita seguendo la moda intellettuale dell'epoca; il Merlino non cadde invece nello stesso errore, giacché anzi, in tre ampi ed accurati saggi, pubblicati sulla citata rivista La Société Nouvelle, mise a confronto Le moderne tendenze della scienza economica, politica e giuridica e Herbert Spencer, dimostrando la povertà mentale del suo evoluzionismo, applicato al campo sociale. Il Ferri, del resto, confessò nella sua XII Biblioteca Gino Bianco

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