Francesco Saverio Merlino - Il socialismo senza Marx

marxismo italiano, finché rimase imperante la cultura idealistica, si trovò costretto in quella posizione di difesa, a cui lo costringeva il dibattito condotto sul terreno della filosofia hegeliana. Sotto l'aspetto pratico, invece, la dottrina di Marx giungeva tra noi in anticipo: perché essa rispecchiavale condizioni strutturali della società capitalistica,quale vigeva in Inghilterra, e che era molto più avanzata, nell'ordine di sviluppo economico, della corrispondente situazione del capitalismo in Italia. Basti pensare al fatto, che l'Italia di allora era ancoralargamente contadina; e la dottrina di Marx, col suo collettivismo industriale, la lotta alla proprietà privata, la proiezione sul piano della soli- .. darietà di classe internazionale, era disadatta alle esigenze e condizioni del nostro paese, in cui il processo risorgimentale (inteso questo in senso civile, più che strettamente politico) era ancora in corso. Anche in questo campo, perciò, le confusioni e i paradossi pratici furono numerosi: è vero che il marxismo, nella sua veste di dottrina del movimento operaio, si diffuse col progresso sociale anche in Italia; ma per la verità esso mancò sempre di operare una solida presa di coscienza sulla realtà in senso operativo. Le due maggiori esperienze rivoluzionarie, o almeno insurrezionali, conosciute in Italia, e cioè quella dei Fasci Siciliani nel 1894 e l'altra della Settimana Rossa in Romagna nel 1914, furono tipicamente anarchiche,e non marxiste; esse provenirono - dal ribollimento d'una società, in cui la struttura dell'economia agricolaprevaleva ancora su quella industriale. Se episodi successivi vi furono, come nel caso dell'occupazionedelle fabbriche, essi rimasero isolati e marginali. Dinanzi ad una analisi obiettiva, assolutamente realistica, e diciamo marxistica, l'Italia di ieri non avrebbe potuto diventare comunista, come accadde in Russia, dove vennero a coincidere il m_~Jsfpzodi sviluppo produttivo e di accumulazione capitalistica nella zona industriale con il minimo di evoluzione tecnologica e sociale nel campo della conduzione agricola. Nè l'una nè l'altra di queste condizioni si verificarono in Italia. VIII BibliotecaGino Bianco

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