CONTRO OBIEZIONI 273 così dalla vostra volontà sola dipenderà la fHrtecipa• zione degli operai ad un beneficio qualunque (*): e la famosa partecipazione , destinata a trasformare gli operai in padroni (e i padroni in operai?), si riduce ad un adescamento, ad un salario in spe onde si allettano. gli operai -a lavorare oltre l'usato. Un sistema affine è la Cooperativa, la quale maneg - giata da astuti speculatori dà gli stessi risultati della partecipazione a· profitti. L'esperienza dimostra che per· riescire le Società cooperative devono essere amministrate come tutte le Società commerciali a scopo di lucro e senza scrupoli o fisime 11manitarie. Infatti « a differenza de' loro predecessori (scrive l'Hassouville), i nuovi cooperatori non sembrano animati da verun motivo filantropico, né sembrano aver fatto verun sogno ambizioso. Più sensati di qualcuno de' loro consiglieri (!), la sostituzione universale dell'associazione al salario e l'accessione del proletariato al capitale son cose che li interessaho poco. Ciò che essi propongono è, vendendo essi stessi i loro prodotti o fittando direttamente i loro servigi, di dividersi fra loro il beneficio che, d'ordinario, rimunerato che sia I~ mano d'opera, ricade al padrone o all' intraprenditore. Circa alla condizione generale della classe operaia, .. .i cooperatori avrebbero una molto cattiva grazia a pretender-e di emancipare i loro fratelli dalla servitù. del salariato, quando per la maggior parte impiegano es~i stessi de' salariati-Dacchà le ·società hanno veduto ingrossare le loro operazioni e Ja cifra de' loro affari, esse hanno sentito la necessità d'impiegare agenti pagati a com piLo o a giornata. Esse son divenute , in una parola, ci6 che un operaio non cooperatore chiamava con ama~ezza delle boites à petits patr-ons. È vero che chiamavano i loro operai degli ausilia:--ii come ad una certa epoca i domestici erano chiae•, Hassouville, Le Combat contre la Misère.] Revue des Deux ,Mondes, 15 dee. 188~. BibliotecaGino Bianco
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