Francesco Saverio Merlino - Socialismo o monopolismo?

COLPE DEL MONOPOLIO 179 Ma se imperdonabili anzi inespiabili peccati pesano· sulla coscienza del proprietario, il capitalista non è senza macchia. Osservate anzi analogia di casi. La proprietà fondiaria ci regala il latifondo, e gli economisti e altra gente gemono con le parole di Plinio: ma ha anche il suo latifond·o l'industria, le sue grandi Compagnie, i suoi grandi monopolii, che avvolgono il mercato nelle loro spire e opprimono il consu1natore. Lo spettacolo del proprietario assente, scialacquante improduttivamente le sue rendite, ignaro della proprietà che ha redato dagli antenati e forse neppur visitato una volta sola in vita sua, non è certo edificante; ma che diremo dell'azionista che ignora financo l'esistenza sulla carta geografica del luogo in cui è posta la sua proprietà, la sua miniera, il mezzo cioè da cui deriva profitti e dividendi a ufo? E il lusso e le orgie de' capitalisti non sono tali da disgradare il consumo in1produttivo de' proprietarii? Compiangiamo pure il colono a lo stesso proprietario, l'uno oppresso l'altro derubate, dal fattore, che si asside arbitro fra loro: ma non dimentichiamo l'agente, l'amministratore, il Direttore di Società industriali, che immolano gl'interessi del pubblico a quelli della Società da essi manodotta, per indi sacrificare gl' interessi della Società ai loro proprii. Lamentiamo il « breve affitto » della terra, le evizioni in massa dei coloni dalla terra bagnata da' loro sudori, l'esodo de' contadini dal paese che li ha veduto nascere, ma che altro è il salariato se non un breve i conquistatori posteriori si sono arrogato di fatto in un tempo in cui nessuno avea la forza nè l'idea di contrastarlo loro. « La guerra era dunque, in verità, racchiusa in germe nel primo fatto dell'appropriazione del suolo, come diceva Rousseau e come Pascal aveva detto prima di lui. Es$a ne doveva derivare fatalmente per una necessità inevitabile, e dovrà perpetuarsi fino a che sotto l'impero della necessità il contratto sociale dell' umanità intelligente ci ponga termine ». BibliotecaGino Bianco

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