TEORIA DEL MONOPOLIO 127 navi si esegue a forza di braccia e non di capitale, cosi l'ufficio de' padroni, la loro pena si riduce a cogliere i frutti delle fatiche degli operai. Ed infatti essi obbligano i fa~chini a trasportare per quattordici ore di seguito un peso .di 130 a 140 chilogrammi per quattro lire o quattro e mezza, ed alla fine della ·giornata si trovano aver percepito senza un perchè il 75 per cento del guadagno che sarebbe spettato agli operai. È vero che devono dar la parte agli agenti marittimi e ad altri loro. manutengoli. Altro esempio. Se, per rifocillarci un poco , entriamo in un restaurant, e dopo aver pagato lo scotto al padrone poniamo in mano al cameriere una piccola mancia, questa mancia che noi destiniamo al cameriere, il padrone la pre-- tende per sè, e l'ottiene, e in parte l'imputa al salario, in parte l'intasca effettivamente. Anzi, per non andarerrati, i padroni fissano a loro talento la somma che l'operaio dev é, loro pagare, e non di raro l'opera.io ci rimette del suo dopo aver lavorato. Lo stesso avviene nelle case de' medici, de' ministri ecc.; il mezzo di sfruttamento è in questo caso la posizione sociale del padrone. In questo e negli altri casi citati effettivamente il padrone si fa pagare dall'operaio. non l'uso d'una qualche cosa, ma il permesso, che egli qli dà, di lavorare r'). ~◊◊◊AAA Ed eccoci ora in grado di f0rm u lare una teoria completa del monopolio. · Primo momento. Un certo numero <li persone in una società si appropriano i beni naturali, accumulano pro-- (*) Della stessa natura de' summentovati souo i profitti che no-- tari, avvocati, uscieri, ingeg11eri ecc. traggono dal lavoro di copiatura e da altri lavori de' loro commessi e dipendenti, i padroni dal lavoro degli apprendisti ecc. Biblioteca Gino Bianco
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