LA GUERRA E LA FILOSOFIA 291 nuovo mondo, una nuova anima, che sarà la comune opera di tutti = quel concetto più vero, che trionferà, perchè più vero, é per-ciò più , · potente, e chi avrà meglio inteso; m_eglioconcepito, si troverà (sic!) vincitore )). :Jiai da nessun filosofo, la teoria del successo fu portata a tali altezze. Il diritto, la verità, la giustizia sono dall~ parte di chi vince. Victrix causa placuit Diis (ma ricordiamoci, soggiungeva nobilmente il filosofo romano: sed vù;ta Catoni) . . Tutta questa arcana teoria ç]~lla guerra porta l'autore a proclamare (nell'ottobre 1914, ma lo si ripeterebbe nel 19:30 e in ogni altro tempo) che << poichè (la guerr:a) è il nostro dovere C(?mune, questa è l'ora in cui i sacrifici non si contano, questa è l'ora dell'eroismo. Sospirare oggi la pace per orrore degli eccidi e delle 'ruine è viltà d'animo)) (come se nòn si potesse volerla per un sentimento di giustizia é di umanità). Udite questo ragionamento e ammiratene la logica. << La guerra. è santa finchè è necessaria ( è la stessa -volontà di Dio) ;_ e fino ~ quando essa sia necessaria) non può esserci detto che dalla volontà di quelli ohe la fanno (che è poi la volontà di quelli che hanno il potere, la rappresentanza, la responsabilità, ecc.). << Questa volontà _potrà certo sbagliare)) (tneno ma,le); << ma sbagliare si deve, se solo sbagliando si può imparare, e solo attraverso H do~ore l'anima umana si purifica e ascende ai suoi alti destini. .. )) Giacchè - soggiunge l'autore - il vero errore è di credere che si potrebbe non errare, ecc., ecc. Confessiamo cli rimanere stupiti dinanzi a così alta filosofia, che cancella ogni distinzione fra l'errore ~ la verità, tra il bene e il male, e soprattutto nega, quell9 che è il nostro dovere fondamentale, di cqnfessare sempre la verità - o quella che a noi appare tale - e di combattere il male, anche col sacrificio dei nostri interessi e della nostra vita . . La guerra-~ un male, appartiene alia patologia, non alla psicologia della società moderna : essa è, per i popoli, quello che la delinquenza è per l'individuo. Si uccide dall'individuo per odio, o per cupidigia dei beni altrui, o per altra, malyagia passione, talvolta per un capriccio o per follìa. Si uccide, è vero, anche per non essere uccisi, o per non subire una grave violenza o ingiustiria : in q-µesto caso la delinquenza non è in. chi si difende, ma è tutta dal- -BibflotecaGinoBianco • I
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