Saverio Merlino - Revisione del marxismo

( 274 QUARTA PARTE - APPENDICE Una delle massime fondamentali della morale teologica, secondo il P. Antoine, è la seguente : La vita è un dono della divinità;· e l'uomo non ha -~iritto di togliersela. Il suicidio è intrinsecamente illecito, anzi perfino l'esporre la vita a circostanze da cui possa derivare la mort~, « na1:igare in mari famosi per le loro procelle )). Ma non si dice da' teologi che l'operaio debba rifiutarsi ad eseguire lavori pericolosi o dannosi alla salute per soddisfare ad un capri~~io o ad una vanità della gente ricca: nè che il padrone c~e espone a rischio di morte i suoi operai è reo d'omicidio. Anzi si insegna essere lecito e doveroso esporre e sacrificare la propria vita per il superiore, per la chiesa o per il principe. Obbedienza cieca. è dovuta al superiore, alla pubblica autorità; a segno che. il condann~to a morte pecca mortalmente se si uccide. Egli è tenuto di << andare al luogo destinato, aggiustare le mani e fare quelle cose, le quali non possono essere fatte comodamente dal carnefice)). L'accusato poi (giuridicamente interrogato) è tenuto, sotto peccato mortale, di confessare il delitto a costo della vita e _di palesare i complici cc se non si possa fare il suo delitto senza complici e il bene com·une o la legittima consuetudine esiga che si scoprano, e·cc. .)); e l'innocente stesso è tenuto di subire la pena di morte, se non possa fuggire senza pubblica resistenza e senza scandalo. È- contrario ·alla legge naturale e divina non già la guerra, pas- _satempo dei principi, ma la sedizione, perchè per la legge naturale la suprema potestà risiede nel principe e la volontà di 1ui è legge ai sudditi.- Ed ~ contrario alla legge naturale, chi l'indovinerebbe? perfino il legge!e i libri messi all'indice. La schiavitù è contraria alla legge n~u.ale: _nondimeno non è lecito allo schiavo di nascita o per vendita ..d..i fuggire ; anzi neppure ai prigionieri di guerra per la speciosa ragion~ che e< fintantochè essi non sieno ·arrivati fuori dei confini _de' suoi nemici, i loro padroni hanno veramente jus di trattenerli. Pertanto (soggiunge qui il teologo che annota l'opera), non potendo la guerra esser giusta da una parte e dall'altra, i vinti non si possono difendere)). Vae victis! La guerra giusta è quella dei vincitori. È il caso di ripetere la causa dei vincitori piace agli Dei; a Catòne piacque quella dei vinti. · cc Chi ha deflorato con promessa di matrimonio è tenuto di spo- - sare, eccetto (f;ra altri casi) se la promessa fu finta, e la donna ha Biblioteca Gfho Bianco

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