LA SINISTRA COSTITUZIONALE 213 Se dunque la borghesia, nel cercare la difesa de' suoi interessi particolari contro gli interessi egualmente~ particolari della classe operaia, abbandona ad una mano di politicanti affaristi gl'interessi generali della nazione, essa perde assai più che non possa guadagnare, e da ultimo scopre con l'esperienza l'inganno, e una parte almeno di essa, quella che è meno direttamente favorita _dal Go-. verno, si rivolta contro di ess~. Sono in Italia le còse a questo punto? V'è una pa.rte notevole della borghesia italiana che si è convinta che il despotismo è il peggior sistema di Governo, ed è disposta ad unirsi al popolo per riconq_uistare le libertà perdute? · Per ora non si vedono che poche personalità del campo liberale, poche forze che fanno. capo al Giornale degli Economisti, pochi radicali che hanno qualche seguito in qualche regione d'Italia: un vero partito borghese libe~ale o radicale, all'ora presente, in Italia non c'è. D'altronde oggigiorno un. partito liberale puramente costituzionale non si capisce, per la contraddizione che non consente di volere la libertà politica senza la giustizia sociale ed economica. Quando non si .vuol questa, bisogna esser logici e negare anche quell'altra; o si è costretti a violarla, dopo averla promessa. Gli stessi repubblicani se andassero al potere, non potrebbero essere liberali che a patto di attuare riforme economiche e sociali. E così i radicali. Ora i partiti si misurano dal grado di riforme sociali che propugnano. Perciò la questione della sinistra costituzionale si riduce a quest'altra : sorgerà in It lia - e beninteso, dal p~ese, non da' parlamenta;ri - un partito borghese. liberale, che voglia seriamente riforme sociali ed economiche? È quello che stiamo a vedere ("';). (*) Questo articolo si direbbe scritto oggi, non quasi cinquant'anni fa; tarita ~ l'analogia fra ·le considerazioni fatte allora dal Merlino e quelle che si possono fare oggi dopo la dominazione fascista. -BibliotecaGino Bianco
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